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Fallito il primo match point, ma limitati i danni eliminando la Svezia dalla corsa con il pareggio davvero amaro per l’incredibile mole di occasioni sprecate, adesso c’è l’ultima chance per l’Italia di andare agli Europei in modo diretto, come del resto ci meriteremmo. L’Under 21 si gioca tutto ad Ascoli contro la forte Irlanda che però non è all’altezza degli azzurrini. Siamo in casa, siamo forti anche se con un continuo ricambio generazionale, abbiamo un bravo ct come Nicolato. L’equazione è semplice: bisogna fare risultato e volare alla fase finale di una rassegna continentale che da troppo tempo ci vede lontani dai fasti degli anni ’90 e primi 2000 in cui fioccavano le vittorie.
Basta un pareggio, è vero, ma probabilmente è meglio evitare di fare calcoli. L’Under 21 è costruita per provare a vincere sempre, giocando un calcio propositivo e sbarazzino, e questo dovrà fare nelle Marche, senza stare troppo a pensare che un punto è sufficiente. Guardinghi sì, gestori no. E’ la filosofia di Nicolato, che dopo i disastri targati Di Biagio ha fatto svoltare questa Nazionale, che però fa i conti con un difficile reperimento della materia prima. Tra giovani interessanti che non giocano nei club e altri ottimi profili (leggi alla voce Gnonto per fare un nome) precettati da Mancini per l’Italia dei grandi, si fa fatica a costruire uno zoccolo duro. Il talento, però, non manca, e in avanti Colombo e Pellegri sono due ottimi centravanti.
“Sappiamo il lavoro che abbiamo fatto, abbiamo dedicato tutto noi stessi, staff ed i giocatori che abbiamo avuto a disposizione. Pensiamo di non aver raccolto abbastanza per quanto fatto. Pensiamo di meritare di più per il percorso fatto, per come abbiamo giocato e per quello che abbiamo creato. Abbiamo la sensazione che siamo la squadra migliore, che lo siamo sempre stati, che non avremmo dovuto arrivare qui ad una partita dalla fine a giocarcela, ed ora dobbiamo azzannare un po’ la caviglia degli avversari perché abbiamo voglia di prenderci, anche con un pizzico di fortuna che forse finora non c’è stata, quello che pensiamo fortemente di meritare”. Parole chiare quelle di Nicolato, e ha ragione da vendere. Non è in linea con quanto visto in campo nell’ultimo anno abbondante il doverci ridurre all’ultima giornata per staccare il pass europeo, ma d’altronde è nel dna dell’Italia, U21 e in generale, dover soffrire per poi sorridere. E la speranza, intorno alle 19.20, sarà proprio quella di piegare le labbra all’insù.
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