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Carlo Tavecchio, intervistato da Sportitalia dopo 6 mesi dall’eliminazione dell‘Italia ai playoff per accedere ai Mondiali di Russia 2018, rivela le sue intenzioni sfumate per le poche disponibilità economiche: “Qual era il mio nome dopo Ventura? Conte. Avrei fatto carte false con tutti gli sponsor del mondo e ci sarei arrivato di sicuro. Senza Ventura l’Italia sarebbe al Mondiale? Le voglio fare una battutaccia. Se io non avessi dato 28-30 milioni al Coni, mi tenevo Conte. Capite bene cosa dico? Conte restava se noi avessimo avuto la capacità economica di pagarlo. Però la Federazione ha dato 30 milioni. O meglio, il Coni si è trattenuto più di 30 milioni dei contributi che dava alle federazioni passando da 80 milioni di contributi a 36-37 quando c’ero io. Quindi ce ne passano di soldi. Potevo pagare Conte, Pelé. Con Conte non saremmo mai rimasti a casa”.
L’ex presidente della Figc ha poi parlato nello specifico di Giampiero Ventura, esonerato dopo l’eliminazione: “Prendere Ventura è stata una decisione comune. Noi ci trovammo a casa di Malagò e questa fu la decisione partorita su Ventura, con un’altra persona che era Lippi. Tutti erano contenti di Ventura, nessuno escluso. Ventura ha fatto quello che tutti gli chiedevano di fare, secondo me dal punto di vista politico, etico e morale doveva dimettersi quella sera. Perché non l’ha fatto? Evidentemente le sue valutazioni erano diverse dalle mie. Se ha preso tutti i soldi dallo stipendio? Sì”.