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Italia, Sacchi: “Altra figuraccia. Settori giovanili imbottiti di troppi stranieri”

Arrigo Sacchi
Arrigo Sacchi - Foto Sportface

“Non è ammissibile un simile atteggiamento. Per due volte consecutive non siamo andati al Mondiale, poi abbiamo vinto l’Europeo nel 2021 con Mancini e adesso facciamo questa figuraccia: che cosa bisogna pensare? Che il calcio italiano ha bisogno di un profondo rinnovamento, che bisogna mettersi lì a ragionare e capire le cose che funzionano”. Questa l’analisi amara di Arrigo Sacchi direttamente dalle pagina de la ‘Gazzetta dello Sport’ all’indomani della disfatta azzurra ad Euro 2024. “Se in due Mondiali e in due Europei soltanto in un’occasione siamo stati all’altezza, c’è un problema da risolvere. E la Federcalcio deve impegnarsi in questo tentativo di comprensione e di rinnovamento”, sottolinea l’ex ct della Nazionale.

“Credo che le nostre squadre, e i nostri settori giovanili, siano imbottiti di troppi stranieri. Rileggete la storia e scoprirete che ogni volta che abbiamo favorito l’invasione di giocatori dall’estero, l’Italia è andata in difficoltà. Non facciamo crescere i ragazzi, non diamo loro le conoscenze tecniche, tattiche e morali fondamentali per lo sviluppo di un atleta. In generale, non c’è, se non durante le grandi manifestazioni, quell’attenzione che la Nazionale meriterebbe”, analizza. Quanti centri federali abbiamo? Uno. Gli altri Paesi ne hanno sei-sette, come minimo. Ciò significa che noi non stimoliamo la crescita. Servono nuovi corsi per allenatori, deve nascere una scuola di maestri che insegnano calcio. Soltanto così potremo uscire dal buio nel quale siamo precipitati”, tiene a sottolineare l’ex ct. 

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