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Umberto Calcagno, presidente dell’AIC, è intervenuto ai microfoni di Radio Punto Nuovo. Ha analizzato in particolare il momento del nostro calcio dopo la brutta delusione contro la Macedonia del Nord. Queste le sue parole: “Ora bisogna ripartire cercando di capire cosa si è sbagliato. Ma anche sapendo che ciò che è stato fatto fin qui non è tutto da buttare. Il problema dei selezionabili non nasce oggi. L’AIC da tempo ha fatto le opportune considerazioni a riguardo. Bisogna partire dal presupposto che non ci sono norme che possano imporre alle società di investire sui selezionabili; da due anni stiamo lavorando per eliminare l’ingiusta norma del Decreto Crescita sugli impatriati, che avvantaggia fiscalmente chi tessera calciatori provenienti dall’estero”.
“Riguardo agli aspetti tecnico sportivi, personalmente da tempo mi chiedo: se fosse vero che i nostri giovani di talento sono meno pronti degli stranieri a causa del minore utilizzo in campo e, quindi, della minore esperienza, perché la seconda squadra, che avrebbe dato la possibilità a molti di loro di giocare un campionato professionistico, è stata utilizzata solamente da una società di Serie A? Certamente si può fare qualcosa di nuovo, ma dovremmo intanto utilizzare meglio gli strumenti che già abbiamo a disposizione. Servono riforme di sistema all’interno delle quali occorrerà redistribuire meglio le risorse ai vivai, superando gradualmente il sistema legato ai prestiti valorizzati. Così come abbiamo fatto durante la pandemia, per uscire da una fase critica dobbiamo ritrovare unità di intenti negli aspetti tecnico sportivi per migliorare il nostro mondo”.
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