It’s not coming home… again. Sta diventando una maledizione per l’Inghilterra, un po’ come per il povero Harry Kane, per un ironico caso del destino capitano di una nazionale piena di talento ma mai vincente. Ancora una volta è mancato l’ultimo passo sotto lo sguardo di William e Goerge, mentre la principessa Kate restava in patria per gli onori di casa nella finale di Wimbledon. Tre anni fa, a Wembley, ricordiamo tutti come andò a finire: un pareggio in rimonta e una vittoria ai rigori per l’Italia di Mancini, mentre tutto era pronto per il ‘coming home’ dei Tre Leoni davanti al proprio pubblico, con i favori del pronostico dalla propria parte.
Tre anni dopo, all’Olympiastadion di Berlino, l’Inghilterra si ripresenta all’atto conclusivo degli Europei ma questa volta approccia all’evento con meno luci della ribalta puntate addosso, frutto di un cammino tutt’altro che pulito: un girone superato senza brillare, un ottavo di finale ripreso per i capelli con la Slovacchia, un quarto e una semifinale in rimonta contro Svizzera e Olanda. Dall’altro lato, al contrario, una Spagna che ha sempre vinto, convinto e spiccato per la qualità di gioco messa in campo in un torneo non indimenticabile sotto questo punto di vista.
Eppure, Southgate riesce nell’impresa di ‘incartare’ i ragazzi di De La Fuente e affacciarsi con personalità nella metà campo avversaria, pur senza spaventare particolarmente Unai Simon. Tutto questo almeno per i primi 45 minuti. E quando al rientro dagli spogliatoi la Spagna sostituisce Rodri per infortunio, più di qualcuno si aspetta un calo tra gli iberici. Bastano pochi secondi, invece, per smentire tutto: al 47′ Yamal si accende all’improvviso, taglia verso l’interno e serve Nico Williams, che batte Pickford per una conclusione all’angolino. E sulle ali dell’entusiasmo la Spagna continua a premere sull’acceleratore: Nico Williams ci riprova ma va largo, Yamal fa girare la testa alla difesa inglese inventando prima un assist per Morata e poi mettendosi in proprio, con il 2-0 sventato solamente da un grande intervento di Pickford. Tante occasioni e il rischio di specchiarsi troppo, e così al 73′ si torna clamorosamente in parità. Impiega solamente tre minuti Palmer dal suo ingresso in campo, il suo piatto sinistro chirurgico arriva al termine di un contropiede orchestrato alla perfezione dall’Inghilterra.
Un altro miracolo, però, non riesce: in quei minuti conclusivi che hanno sempre premiato Bellingham e compagni in questa fase a eliminazione diretta arriva la beffa più atroce. La firma è di Oyarzabal, che buca Pickford sul cross di Cucurella, il quale aveva più di qualcosa da farsi perdonare in occasione dell’1-1. Dall’altro lato del campo la Spagna si salva con Olmo sulla linea di porta, poi conduce in porto gli ultimi minuti da squadra esperta e torna grande. Dodici anni dopo l’ultimo trionfo, le Furie Rosse tornano sul tetto d’Europa e inaugurano un nuovo ciclo con un cammino perfetto, con sette vittorie su sette.