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Luciano Spalletti che fa pace con Francesco Totti, Jorginho che torna in azzurro a Roma, dove sbagliò il rigore decisivo contro la Svizzera, Scamacca che prova ad imporsi in uno stadio che per tanto tempo ha sognato, Zaniolo in nazionale nella città che lo ha lanciato. La sfida tra Italia e Macedonia, valevole per la penultima giornata di fase a gironi di qualificazione ad Euro 2024, può essere la buona occasione per chiudere tanti cerchi. Collettivamente, invece, il match contro le bestie nere macedoni rappresenta semplicemente la chance per garantirsi un’iniezione di fiducia e autostima in vista del match contro l’Ucraina, quella sì decisiva e da dentro o fuori. Se l’Italia non batte la Macedonia del Nord, a Mudryk e compagni basterà non perdere contro gli azzurri nell’ultima partita per qualificarsi. Spalletti invece vuole due risultati su tre e sprona la squadra a dare tutto già davanti ai 50.000 spettatori dell’Olimpico. Le premesse non sono facili, perché il Ct deve fare a meno anche di Bastoni, che va ad aggiungersi a Meret, Calabria, Toloi e Locatelli. L’11 probabile di partenza però è più che competitivo. Donnarumma non è in discussione. Senza lo squalificato Di Lorenzo (tornerà con l’Ucraina), tocca a Darmian, mentre sull’altro lato Dimarco è intoccabile. Al centro i favoriti sono Gatti e Acerbi. Prove d’intesa prima del derby d’Italia che li vedrà uno contro l’altro dopo la sosta. A centrocampo ecco Jorginho, vista l’indisponibilità di Locatelli e le condizioni non ottimali di Cristante. L’ex Napoli torna nello stadio che lo vide sbagliare un rigore decisivo, ma ha l’esperienza, la personalità e la classe per riprendersi un posto da titolarissimo.
Poi Barella e Bonaventura. Troppo importante il primo. Meritevole di spazio il secondo, autore di cinque gol e due assist in questo avvio di campionato con la Fiorentina. Un solo dubbio in attacco e riguarda il centravanti. Scamacca o Raspadori? La qualità del secondo può essere la chiave per trovare varchi contro la solida retroguardia avversaria, mentre il romano si candida a presenza di peso in area in caso di emergenza. Spalletti non fa favoritismi geografici, come ha dimostrato la mancata chiamata del romano Ciro Immobile. E per lo stesso motivo, il romanista El Shaarawy partirà dalla panchina. Spazio quindi a Berardi e Chiesa dal 1′. Dalla panchina Politano, Kean, l’italoegiziano e Zaniolo. Rischio fischi per l’ex Roma all’Olimpico? Spalletti spera di no, a maggior ragione dopo che lui ha chiuso con un abbraccio il ‘caso Totti’. Ma non si può escludere. Nel dubbio, l’attaccante dell’Aston Villa (zero gol fin qui per lui in stagione) partirà dalla panchina. Più chance di vederlo contro l’Ucraina. Di certo, i fischi ad un singolo stile Donnarumma a Milano proprio non servono per la serenità di una Nazionale che si gioca una fetta di futuro.
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