Un 2020 amaro per il mondo intero, non per gli azzurri di Mancini. Si chiude un anno orribile per tutti, con il coronavirus che ha sconvolto le nostre vite e, nel microcosmo del calcio, introdotto temi come i protocolli, i freddi regolamenti, i distanziamenti, gli stadi senza tifosi, le partite rinviate, quelle cancellate, i format rivoluzionati e tante altre brutte cose alle quali ci ha costretto la pandemia. Per la Nazionale, però, è stato un anno positivo e il 2021 non può che essere quello della “speranza”. La speranza di uscire fuori da questo periodo nero per l’umanità, quella di farlo anche in campo: dopo il tonfo di novembre 2017 con la mancata partecipazione ai Mondiali, gli azzurri dati in mano a Roberto Mancini hanno iniziato un lento ma graduale processo di risalita, che sarebbe dovuto culminare in una buona performance a Euro 2020. La rassegna continentale è stata rinviata di un anno, e così il movimento italiano ha ancora un po’ più di tempo per presentarsi, anche se non certo da favorita, nel migliore dei modi per giocarsi le proprie carte in un anno dispari che storicamente dovrebbe essere vuoto da appuntamenti importanti, e che invece diventa di importanza vitale per gli azzurri.
TUTTO IN DODICI MESI – L’Italia, infatti, in dodici mesi si gioca tantissimo. Tra marzo e novembre ci sono le sfide del girone di qualificazione ai Mondiali 2022 in Qatar, dove l’obbligo è quello di arrivare primi per centrare il pass senza troppe apprensioni e senza brutte reminiscenze venturiane e svedesi. Nel mezzo, i momenti da batticuore per tutti: a giugno ci sono finalmente gli Europei, Roma ospiterà le tre gare del girone degli azzurri e l’ottavo di finale al quale confidiamo di qualificarci. Vincere sarà complicato, tante altre selezioni sono più avanti di noi, ma guai a mettere limiti al gruppo azzurro che può stupire ancora. A ottobre, infine, le Final Four di Nations League, alle quali la Nazionale si è qualificata con merito vincendo un girone che annoverava anche Olanda e Polonia. Sarà proprio il Bel Paese la sede del torneo che assegna un titolo che potrebbe dar lustro al nostro palmares fermo a quindici anni prima: avversarie di lusso, Spagna, Francia e Belgio.