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Si riparte da Bologna. E’ un pareggio beffardo ma incoraggiante quello che l’Italia infarcita di volti nuovi e di giovani all’esordio ottiene contro la Germania che invece schiera i migliori a disposizione ed è decisamente più avanti di noi col suo progetto. Al Dall’Ara finisce 1-1 e l’esultanza per il gol di Pellegrini su un assist del classe 2003 Gnonto dura troppo poco perché soppiantata dal pareggio di Kimmich. Decisamente guastafeste il gol dei tedeschi, che meritano il pari ma lo ottengono nel momento migliore degli azzurri che avevano ritrovato il sorriso, a cominciare dal ct Roberto Mancini oggi vivo nel dare le indicazioni, vicino parente di quello grintoso e orgoglioso visto fino all’Europeo. Niente rassegnazione al momento no, tra eliminazione dalle Final Four di Nations League, eliminazione dal Mondiale e sconfitta pesante con l’Argentina. In sette mesi c’è crollato il mondo addosso, ma ora si può ripartire.
Con umiltà , pur essendo campioni d’Europa in carica. Con la voglia di ricostruire e rinsaldare il gruppo sano che ha assemblato Mancini. E con la capacità di rischiare e di rimettersi in gioco. Via tutti i giocatori di movimento visti contro l’Albiceleste, resta solo Donnarumma in porta peraltro dolorante al polso a fine partita. In campo volti noti che ritornano dopo un po’ di naftalina (Florenzi con la fascia da capitano, Acerbi, Biraghi e Politano), giovani ma già consolidati come Tonali e Pellegrini, e poi il nuovo che avanza rappresentato da Gianluca Scamacca finalmente leader in attacco e un po’ sfortunato con il palo colpito nel primo tempo, o Bastoni che raccoglie ormai definitivamente l’eredità di Chiellini. Il primo tempo è incoraggiante, il secondo tempo è di personalità . E quando entrano degli esordienti assoluti, su tutti Gnonto, la Nazionale sembra definitivamente scrollarsi di dosso uno strano peso. C’è più leggerezza, Flick capisce che i suoi rischiano l’imbucata e puntuale arriva. Proprio con il classe 2003 ex Inter, che sfonda a destra e mette in mezzo per il gol facile facile di Pellegrini. Dura però pochissimo l’esultanza. Capovolgimento di fronte, azione di sfondamento e Kimmich trafigge il nostro portiere. Un gol purtroppo dovuto anche alla stanchezza e all’inesperienza, ma il pareggio vale quasi come una vittoria. Si può cogliere come un bel punto (in tutti i sensi) di ripartenza, ora insistere sui giovani, recuperare a livello fisico e morale i veterani, scrollarsi di dosso le recenti delusioni e continuare su questa strada. Mancini sa come ripartire dalle ceneri.
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