
Norvegia - Foto MARIUS SIMENSEN/Bildbyran/Sipa USA
Un calcio d’angolo che nasce da lontano. La seconda rete dei tedeschi contro gli azzurri nel match decisivo dei quarti di Nations League è nata da quella “psicosi” di cui aveva parlato Spalletti alla vigilia del match. Tutti gli sforzi si sono concentrati sul limitare Rudiger e compagni da palla da fermo e alla fine il gol da calcio piazzato (l’ennesimo) è arrivato ugualmente, ma nel modo più rocambolesco e imprevedibile: con Musiala libero di battere a rete e Donnarumma e compagni fermi a parlare tra loro. Una figuraccia che deve far riflettere Coverciano, ma che inevitabilmente sarà oggetto di studio della Norvegia, prima avversaria degli azzurri il prossimo 6 giugno nel percorso di qualificazioni Mondiali.
La “psicosi” ha radici profonde. Nelle ultime tre partite di Nations l’Italia ha incassato ben quattro reti da azioni nate da corner. Tante, troppe. Un difetto che è in prima fila sul taccuino degli avversari e la Norvegia in tal senso è la squadra peggiore possibile. Basti citare i due attaccanti titolari del (fortissimo) reparto offensivo norvegese: Erling Haaland, 1.94 d’altezza, e Alexander Sørloth, 1.95. Senza dimenticare poi i centrocampisti, da Sander Berge, 1.95, fino a Thelo Aasgaard del Luton, 1.88. Insomma, la fisicità come sempre è una delle armi a favore della Norvegia, ma stavolta c’è molto altro. La sensazione è che la Nazionale del Ct Ståle Solbakken (nessuna parentela con Ola, attaccante dell’Empoli, mentre Markus del Pisa è suo figlio) stia vivendo la sua piccola epoca d’oro. Un po’ come il Belgio, ma a differenza dei Red Devils l’obiettivo non è un trofeo, bensì quella qualificazione mondiale che manca ormai dal 1998 (mentre la partecipazione agli Europei manca dal 2000).
La qualità c’è. Facile citare Martin Ødegaard, punto fermo dell’Arsenal. A disposizione di Solbakken in realtà ci sono altri nomi, come Julian Ryerson, terzino del Borussia Dortmund, ed Andreas Schjelderup, stella emergente del Benfica. Tante le vecchie conoscenze del nostro calcio: da Leo Ostigard, campione d’Italia col Napoli, a Jens Petter Hauge, ex Milan ora tornato al Bodo Glimt. L’Italia è superiore, ma dovrà a tutti i costi contenere Haaland e Sørloth. Il piano gara della Norvegia è facile da intuire, ma nella pratica la gestione di due colossi in area di rigore (con doti anche nella profondità come nel caso del bomber dei Citizens) sarà un compito tutt’altro che agevole per la difesa di Spalletti. Servono forza fisica e qualità ma forse anche esperienza. Ecco perché potrebbe salire la candidatura di Acerbi, fin qui protagonista di un duello a senso unico con Haaland in carriera. L’interista ha 37 anni e non gioca in nazionale dal novembre 2023, ma non ha nessuna intenzione di smettere. Anzi, il sogno Mondiale potrebbe essere l’elisir per una seconda giovinezza. Haaland avvisato.