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Formazione che vince non si cambia. O quantomeno non si stravolge. È una delle regole più antiche del calcio e non fa eccezioni per la finale della Coppa del Mondo Under 20. Carmine Nunziata per Italia-Uruguay ha pochi dubbi di formazione rispetto all’11 che ha portato alla vittoria contro la Corea del Sud. Solo il volto della difesa potrebbe cambiare, ma dal centrocampo in su gli uomini e i cambi già fissati non si cambiano. Cesare Casadei, Matteo Prati, Samuel Giovane nei tre; Tommaso Baldanzi sulla trequarti alle spalle di Francesco Esposito e Giuseppe Ambrosino in attacco. Probabile panchina per Simone Pafundi, autore della punizione vincente che ha sancito la qualificazione per la finalissima. Fantasista dell’Udinese, classe 2006, il più giovane in oltre 100 anni a rappresentare l’Italia in prima squadra, sembra destinato ad indossare i panni dello spacca partita nel corso della ripresa. Fedelissimo di Mancini, Pafundi per ora deve accontentarsi del ruolo di vice Baldanzi. Quest’ultimo, scuola Empoli, è stato tra i migliori della scorsa stagione e proverà a prendersi una scena che sin qui è stata di Cesare Casadei. I numeri del talento di proprietà del Chelsea sembrano quelli di un predestinato: ha contribuito con sette gol e due assist in sei presenze al cammino azzurro. Sono in pochi ad aver realizzato più gol dell’ex Inter (per chi se lo fosse dimenticato, è un centrocampista) in una fase finale della Coppa del Mondo Under 20. Nell’elenco c’è chi si è perso senza riuscire ad incidere ad alti livelli (Dominic Adiyiah 8, Adailton 10), ma c’è anche chi ha scritto pagine di storia (Javier Saviola, 11 o Ramon Diaz, 8) e chi invece è destinato a prendersi un posto eterno nell’Olimpo del calcio (Erling Haaland, 9). In casa Uruguay non mancano le stelle. Anderson Duarte, attaccante del Defensor Sporting, ad esempio, ha segnato nelle ultime tre partite ad eliminazione diretta e vuole ripetersi in finale. L’ultimo a realizzare almeno un gol in quattro partite secche di fila nel torneo? Lionel Messi nel 2005. Insomma, niente pressione.
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