Sembrava fatta per la vittoria, risicata ma tanto bastava per riaccendere la scintilla e risolvere parzialmente i problemi di classifica, ma l’incubo Macedonia del Nord si rinnova a un anno e mezzo da Palermo e anche a Skopje arriva un risultato deludente per la prima Italia di Luciano Spalletti. Falsa partenza per il ct, che nella ripresa deve assistere impotente a una squadra che si è pian piano spenta, un po’ come nell’ultima gestione Mancini. Un bel primo tempo, con buone trame di gioco, tante sovrapposizioni e voglia di spingere, spirito costruttivo e qualche azzurro di Napoli anche nell’azzurro Nazionale. Nessun gol, questo arriva a inizio secondo tempo e poteva dar vita a una goleada se l’Italia fosse stata quella dei primi quarantacinque minuti, invece la ripresa è un mezzo disastro a livello di gioco e di personalità, e pian piano ridiamo fiducia a una squadra modesta come quella macedone, ma di certo in grado di esaltarsi con pochissimo.
Italia non al top della condizione, smette di giocare anche per una questione psicologica e alla fine la paga carissima, un po’ come al Barbera quando siamo finiti fuori dai Mondiali. Stavolta non era da dentro o fuori, ma rende fondamentale la partita di San Siro contro l’Ucraina, dove gli azzurri dovranno vincere per non perdere anche la possibilità di avere tutto nelle proprie mani, una sorta di spareggio per evitare gli spareggi, visto che la Nazionale, almeno quello, in caso di drammatico mancato approdo tra le prime due, è già qualificata per i playoff grazie al rendimento di Nations League. Un’ipotesi, alla quale, non si può comunque pensare. E Spalletti lavorerà per sistemare subito le cose.
LA PARTITA – In avvio di match, la Macedonia soffoca la manovra azzurra (già ostacolata da un terreno di gioco pessimo), creando densità a centrocampo e marcando ad uomo Cristante in regia. Al 19’ i padroni di casa sfiorano persino il gol del vantaggio. Alioski sfrutta un errore di Politano e crossa in area, dove Miovski in tuffo di testa non inquadra lo specchio. L’episodio scuote l’Italia, che prova a trovare varchi accentrando i terzini e cercando gli inserimenti delle mezzali. Al 21’ su assist di Barella è Tonali a colpire il palo dopo aver sorpreso in profondità la difesa macedone. Anche sulle palle inattive gli azzurri sono pericolosi con Cristante che impegna Dimitrievski con un tocco sul primo palo da calcio d’angolo. Al 40’ altra occasione, stavolta con una triangolazione di prima che coinvolge Tonali, Immobile e Politano. Quest’ultimo ha tra i piedi un rigore in movimento, ma Alioski si immola e rende innocuo il tiro dell’attaccante del Napoli, sostituito all’intervallo da Zaniolo. Ed è l’ex Roma ad avviare l’azione che porta al gol dell’1-0 dell’Italia. La firma è di capitan Ciro Immobile con un colpo di testa a porta sguarnita, ma gran parte del merito è di Nicolò Barella, autore di un tiro al volo che termina la sua corsa sulla traversa. Sulla respinta il bomber della Lazio non perdona e realizza la sua diciassettesima rete azzurra (la terza in carriera alla Macedonia). Ma nel finale la Macedonia cresce sul piano del gioco e colpisce. All’82’ Bardhi sfrutta un calcio di punizione dal limite e sorprende Donnarumma sul suo palo. L’assedio finale non basta per cambiare risultato. L’Italia tornerà in campo martedì 12 per sfidare l’Ucraina a San Siro con un solo risultato a disposizione.