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Il mancato accesso diretto al mondiale in Qatar ha riacceso le voci sulla sterilità offensiva della nazionale di Roberto Mancini. A dire il vero neanche la favolosa vittoria di Euro 2020 era riuscita a spegnere le polemiche sul poco impatto dei centravanti in zona gol e le ultime partite con Svizzera e Irlanda del Nord hanno aggiunto solamente benzina su un fuoco mai spento.
Come consuetudine da quando Mancini è diventato ct azzurro, nei momenti di maggiore crisi spunta il nome di Mario Balotelli. L’attaccante, lanciato giovanissimo proprio da Mancini all’Inter, che l’ha voluto con sé anche nella sua esperienza di Manchester, sta vivendo una stagione tutto sommato positiva con il Demirspor allenato da Vincenzo Montella. Finora sono cinque i gol in stagione in un campionato come quello turco in cui si stanno facendo notare altri italiani, Bertolacci su tutti, attuale capocannoniere della SuperLig con sette reti.
Lo stesso Balotelli ha annunciato di non vedere l’ora di riabbracciare l’azzurro tanto da “tornare a piedi in Italia” per poter vestire di nuovo quella maglia con cui tanto ha fatto soprattutto durante la guida di Cesare Prandelli. Da quel fenomenale Euro 2012 però sono passati quasi dieci anni e seppur Mario abbia da poco superato i trent’anni il meglio sembra decisamente alle spalle. Mancini provò a coinvolgerlo inizialmente nel progetto ma la sua ultima gara, l’esordio italiano in Nations League contro la Polonia, fu un assoluto flop e da quel momento anche la carriera nei club ha vissuto molte ombre e poche luci. Basterà un raggio di sole turco per riportare Balo in azzurro? Mancini non sembra pensarci, ma da qui al 25 marzo il problema è offensivo è quello da risolvere in maniera più impellente.
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