La Colombia ha raggiunto una storica finale nella Copa America, che mancava dal 2001, nell’edizione di casa poi vinta. Il tecnico dei Cafeteros, Nestor Lorenzo, ha parlato al termine della semifinale vinta 1-0 contro l’Uruguay: “Uno degli argomenti principali di cui discutiamo è che non vogliamo mai trovarci con un uomo in meno. È quasi impossibile mantenere le prestazioni con 10 giocatori in campo. Anche le squadre che dominavano gli avversari, quando erano in inferiorità numerica venivano eliminate dal torneo. Abbiamo analizzato attentamente quella situazione, e riguardo la formazione avevamo solo due opzioni: 5-4, 5-3-1 o mantenere il 4-3-2 e creare occasioni. Abbiamo scelto la seconda e ci è andata bene. Alcune delle loro occasioni non sono andate a segno, ma abbiamo anche sbagliato qualche gol e ce l’abbiamo fatta“.
Lorenzo, ex difensore visto anche in Italia a Bari, ha poi parlato del suo dirimpettaio: “Penso che per battere Bielsa ci sia tanto lavoro da fare. È un allenatore di riferimento e lo ammiro molto come persona. Era il nostro turno di vincere, tutto qui“. Poi su Munoz, espulso a fine primo tempo per una gomitata gratuita a Ugarte: “Daniel è un po’ triste perché è un leone in campo e ancora una volta si è emozionato un po’. L’ho abbracciato e gli ho detto che senza di lui non saremmo dove siamo, quindi deve tenere la testa alta“. Infine sul nuovo record nazionale di 28 partite senza sconfitte, Lorenzo ha reso omaggio all’ex allenatore Francisco ‘Pacho’ Maturana, fermo a quota 27 e appena superato: “Pacho e il suo gruppo ci hanno lasciato un’eredità molto importante, e e quella è stata la base del calcio colombiano“.