“Non concedere il patrocinio alla partita Italia-Israele non significa contrapporsi al popolo israeliano o alla sua nazionale di calcio che rappresenta anche quella parte di società civile contraria alle azioni cruente del proprio governo, come concederlo non significherebbe avversare il popolo palestinese”. Lo scrive in una nota l’assessora comunale di Udine allo Sport e agli Impianti sportivi, Chiara Dazzan. “Un’amministrazione comunale, al netto delle lecite e naturali opinioni individuali dei propri membri – ha aggiunto – non fa geopolitica globale e tanto meno si esprime sul diritto delle federazioni sportive di partecipare alle competizioni internazionali. La mancanza del patrocinio, infatti, non preclude la realizzazione dell’evento”.
Dazzan tira in ballo la Figc. “Singolare – ha commentato – che abbiano deciso di non comprenderci nel processo di valutazione e organizzazione dell’iniziativa, salvo poi, il 23 giugno, recapitarci d’emblée la richiesta di patrocinio”. Per l’assessora, “si è persa l’occasione di poter collaborare tra istituzioni affinché questo delicato match possa diventare megafono esplicito di un messaggio di armonia tra popoli”. “Avendo potuto esprimerci preventivamente e non solo a giochi fatti – ha aggiunto – ma forse da qui a ottobre c’è ancora tempo, probabilmente avremmo sì sollevato qualche perplessità dal punto di vista dell’ordine pubblico e della sicurezza, ma non avremmo perso l’opportunità di avanzare proposte concrete – ha concluso Dazzan – per rendere questa iniziativa una reale occasione per divulgare un messaggio di pace, perché lo sport è anche politica, basta farlo in maniera virtuosa”.