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Doveva essere una soluzione per cambiare veste alle amichevoli internazionali: un trofeo in palio, più competizione e meno noia per giustificare quella pausa nazionali di settembre-novembre che piace poco agli allenatori dei club. Eppure, a due anni dalla sua introduzione, la Nations League sembra più ingombrante che mai, con la complicità del momento storico: contagi che aumentano e una pausa nazionali che rischia di ingigantire una situazione che si fa già complessa. Anche in Serie A dove una partita è stata già rinviata (Genoa-Torino, dopo il focolaio scoppiato nel club rossoblù) e una (Juventus-Napoli) che alla vigilia ha già fatto registrare due positività (Zielinski ed Elmas) e un isolamento fiduciario dei bianconeri dopo l’esito positivo del tampone di due componenti dello staff.
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La regola in Serie A parla chiaro: nonostante la positività di uno o più giocatori della stessa squadra, la gara sarà disputata purché il club in questione abbia almeno 13 calciatori disponibili, di cui almeno un portiere, e a condizione che gli stessi risultino negativi ai tamponi effettuati prima del match. E qualora ci fossero dieci o più positività riscontrate nell’ultima settimana, il club può chiedere – per una sola volta in stagione – il rinvio della partita. Un assist ai club è stato fornito anche dalla Fifa che prevede la possibilità di negare ai convocati la partenza verso destinazioni che implicherebbero “un periodo obbligatorio di quarantena o autoisolamento di almeno cinque giorni” al ritorno, o altre “limitazione al viaggio”. Alla luce dell’aumento dei contagi, cresce di pari passo il coro di chi vorrebbe ‘saltare’ l’attuale pausa nazionali per attutire meglio il colpo degli ultimi casi, per evitare il diffondersi dei contagi e per riprogrammare al meglio le partite rinviate. Ma è possibile? L’attuale pausa nazionali non riguarda solamente una Nations League che fatica ad acquistare popolarità. L’8 ottobre avranno infatti luogo le semifinali dei playoff che definiranno successivamente con le varie finali le ultime quattro partecipanti agli Europei della prossima estate. Una possibile soluzione è far slittare le partite a maggio a ridosso degli Europei. Ma la Uefa prenderebbe in considerazione un’idea simile e così rischiosa? La sensazione è che il buon senso alla fine cederà il passo ad esigenze di natura organizzativa. La fortuna è un elemento decisivo in campo. Stavolta lo sarà soprattutto fuori.
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