Nazionali

Argentina, Di Maria e Paredes: “Sapevamo che avremmo vinto”

Angel Di Maria
Angel Di Maria, Argentina - Foto LiveMedia/Sebastian El-saqqa/DPPI

“Il mio primo ricordo è il primo giorno. Era l’ultimo mondiale mio e degli altri vecchi, l’ultima occasione. A partire da lì è cominciato tutto”. A Dazn Angel Di Maria, assieme a Leandro Paredes, ripercorre la grande avventura mondiale dell’Argentina, culminata col successo in finale ai rigori sulla Francia. 

“Se chiudo gli occhi, il mio primo ricordo è il gol di Montiel”, dice invece Paredes, che in Qatar ha vissuto anche qualche momento di tensione: “Contro l’Olanda ero davanti alla loro panchina. Ho vinto un contrasto, ho visto che la panchina si è alzata e allora prima del secondo contrasto ho calciato verso di loro”.

“Gli si chiude la vena, a lui, come a De Paul – commenta il Fideo – E’ una cosa bella della Seleccion: c’è chi è tranquillo e c’è chi è emotivo. E’ la nostra forza”. Fra i momenti chiave la parata di Martinez su Kolo Muani nei supplementari: “Ha significato essere campioni del mondo. Molta gente l’ha criticato però è il migliore. E’ così anche in allenamento, non cambia, è il suo modo di essere”, dice Di Maria. “E’ stata una follia quella parata perché la partita era finita – gli fa eco Paredes – Anche con l’Australia ne ha fatta una uguale decisiva”.  

“Il mister è stato tutto. Lo hanno criticato per un sacco di cose ma tutto ciò che ha ottenuto è più che meritato. L’ultimo discorso è stato super emotivo: ha parlato poco e pianto. Poi hanno parlato gli altri dello staff. Siamo sensibili, è un altro plus. Ero fiducioso in occasione dei rigori in finale. Avevamo già vinto così e il Dibu sa come parare”, racconta ancora Di Maria.

L’esterno offensivo della Juventus dichiara che prima della Copa America aveva “scritto alla mia compagna messaggi di fiducia sulla nostra vittoria. L’ho fatto anche la notte prima del Mondiale. Le ho scritto che avremmo vinto, ne ero sicuro, me lo sentivo. Paredes è entrato nella stanza mentre lo stavo scrivendo e gli ho detto di lasciarmi finire”. “La notte prima sapevamo cosa sarebbe successo – conferma il connazionale – Sono stato in sala giochi con Lo Celso e De Paul ad ascoltare la musica fino a tardi”.

Poi i complimenti reciproci: “Sono orgoglioso di lui, di quello che ha vinto e dell’essere umano che è – dice Paredes del Fideo – Essere suo compagno è un onore e aver vinto con lui”. “E’ difficile dirci qualcosa che non ci siamo mai detti – ribatte Di Maria – Stiamo sempre insieme, cambiamo anche squadra insieme. E’ una persona incredibile, un padre eccezionale. Se in campo va in guerra, fuori è puro amore. Sono troppo felice di aver condiviso questi obiettivi con lui. La gente con il cuore grande si merita grandi cose”.

SportFace