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“Torno in una città che mi ha dato tanto, ho la possibilità di fare buon calcio”. Giampiero Ventura riparte da Bari, come fece il suo predecessore Antonio Conte due anni fa. Il commissario tecnico azzurro ha incontrato questa mattina presso la Sala del Colonnato della Città metropolitana di Bari i giornalisti, insieme al sindaco Antonio Decaro, a dieci giorni dall”amichevole con la Francia in programma giovedì primo settembre allo Stadio ”San Nicola”.
“Ricordo i 60mila del San Nicola quando allenavo il Bari. Bari ama il calcio e vive per il calcio. Partiamo da qui per riprendere da dove Conte ha lasciato. Torno a casa, in una città che mi ha dato tanto”. “Quando Conte ha lasciato Bari è stata la mia fortuna, quando Conte ha lasciato la Nazionale è stata la mia fortuna, quando Conte lascerà il Chelsea, so già la mia strada -ha scherzato il mister che sabato renderà note le prime convocazioni-. Devo imparare ad accelerare i tempi. Per quanto riguarda le scelte parto da una grande compattezza di gruppo e dalla disponibilità dei giocatori”.
Il 5 settembre ad Haifa con Israele l’Italia farà poi il suo esordio nelle qualificazioni per il Mondiale 2018 e in palio ci saranno tre punti per cominciare nel migliore dei modi il cammino verso Russia 2018: “Con Israele vorrei avere giocatori in condizione. Sono sicuro che ci sia la possibilità di fare buon calcio, ho bisogno di tempo, l’unica cosa che manca. Sono fiducioso perché quando analizziamo le cose, vedo grande partecipazione dei giocatori. Partiamo da una posizione privilegiata, mentre Conte ha dovuto costruire il grosso dell’organizzazione. Ora posso dedicare l”80% ai dettagli e il 20% all’organizzazione. Questo contesto di partenza mi fa sperare in un”ulteriore crescita”.
Infine una battuta sulla questione degli stage. “Sto facendo il giro di tutti i ritiri, se i giocatori non possono venire, io vado da loro… A domicilio. La mia non è una visita di cortesia, ho a disposizione i giocatori per circa mezz”ora per fare delle sedute video. Mi piacerebbe trovare due o tre date per far giocare i ragazzi tra i 21 e i 23 anni in modo da poter avere alla fine del biennio un gruppo di giocatori giovani pronti ad inserirsi, ragazzi di grande spessore che rischiano di pagare l”impatto quando vengono convocati”.