“Con mia sorella avevo un rapporto incredibile, a lei ero molto legata, in questi anni ha sofferto tantissimo, penso che la cosa più dura sia stata vedere l’abbraccio di papà e mamma, loro sono i genitori, solo loro sanno cosa si prova. Bisogna continuare, lei ora sta bene in cielo e spero che un giorno ci incontreremo tutti insieme per farci una chiacchierata”. Questo il ricordo e le parole dell’allenatore del Napoli, Gennaro Gattuso, che dedica un pensiero alla sorella scomparsa. Sono stati giorni molto intensi per l’allenatore calabrese che mercoledì sera ha alzato al cielo, in uno stadio Olimpico deserto, la Coppa Italia: “E’ stato un bel segnale, questa squadra mi ha sempre rispettato – ha aggiunto Gattuso ai microfoni di ‘Radio Kiss Kiss – Un giocatore può anche mandarmi a quel paese ma nessuno deve toccare il mio staff. Con la squadra sono il loro miglior amico e peggior nemico, ma non porto rancore verso chi sbaglia, passa tutto il giorno dopo. Sapevo che fare l’allenatore non sarebbe stato facile, non bastava essere stato un grande calciatore. Ho girato per imparare, ho fatto scelte difficili, ma è stato un percorso che io e Riccio abbiamo voluto fare. C’è sempre da imparare, ogni giorno ci sono tante cose nuove, ci sono colleghi bravi ma ci vuole anche tanta umiltà di apprezzare anche le cose nuove”.
Adesso però è tempo di pensare al campionato e al Verona per cercare una clamorosa rimonta verso il quarto posto, l’ultimo della zona Champions League: “Affronteremo una squadra che ci metterà in difficoltà, è forte e aggressiva. Noi dobbiamo recuperare il nostro gioco, certo contano i risultati. Dobbiamo migliorare nella pressione o nel palleggio, dobbiamo tenere bene il campo, l’obiettivo è questo. Se è possibile la Champions? Non lo so, l’Atalanta ha anche una gara da recuperare”, ha chiosato.