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“Vista l’impossibilità di andare allo stadio, tema su cui si dovrebbe riflettere perché con le dovute attenzioni e distanziamenti si potrebbe andare, solo chi non conosce Napoli può pensare che dopo una vittoria contro la Juventus di Sarri e di Higuain, i napoletani sarebbero rimasti in casa a esultare tra le quattro mura. Questo non significa che in città c’è superficialità anche perché ormai dai primi di giugno a Napoli c’è contagio zero e ieri sera in piazza c’erano solo napoletani”. Sono queste le parole concesse all’ANSA da Luigi de Magistris, sindaco di Napoli, in merito alle polemiche e alle critiche rispetto ai festeggiamenti di ieri sera in città per la conquista della Coppa Italia da parte della formazione partenopea.
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Credo – il primo cittadino – che in questi momenti non si debba essere ipocriti e, inoltre, non capisco chi sarebbe dovuto intervenire: dovremmo fare appello al lanciafiamme rimasto senza fuoco del presidente della Regione visto che è lui che in qualche modo governa dall’alto il tema degli assembramenti? Né tanto meno ritengo che si potesse ipotizzare che le forze dell’ordine intervenissero a separare le persone con il battipanni. Bisogna essere onesti: o non si facevano più giocare le partite di campionato e Coppa fino a settembre o in qualche modo quanto accaduto ieri sera è inevitabile senza che si addossi la colpa al Governo, alla Regione Campania, al sindaco, alle forze di polizia”. Rispetto ai festeggiamenti de Magistris ha sottolineato che c’è stato anche chi “è rimasto a casa, chi è sceso con la mascherina, chi ha esultato in modo sobrio. Ciò che mi spiace invece, in virtù dell’amore che la stragrande maggioranza dei napoletani ha per la città, è vedere atti di danneggiamento a beni monumentali. Questo mi amareggia molto perché si può festeggiare, gioire e godere di una giornata così bella avendo contestualmente rispetto per la città perché ho sempre pensato che amare la squadra vuol dire in primo luogo amare la città di Napoli”.
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