“Non è che ho 61 anni e voglio fermarmi a 65, assolutamente no: ho ancora una lunga carriera davanti. Sono l’unico allenatore ad aver giocato due finali europee negli ultimi due anni. Se vai dal 90% degli allenatori e chiedi loro se vogliano giocare due finali europee di fila, la maggior parte di loro ti dirà sì”. Lo ha detto José Mourinho, reduce dall’esonero che ha chiuso la sua esperienza a Roma, in una lunga intervista al Telegraph: “Quello che sogno è poter fare solo l’allenatore, quello che lavora con la squadra, che si concentra sul far crescere i giocatori, sul preparare le partite. Non è che ho paura di lavorare in un club che non sia pronto per vincere, anzi, il mio lavoro è cercare di rendere quei club vincenti o in grado di raggiungere degli obiettivi. Datemi una struttura professionale dove faccio solo l’allenatore, perchè è quello in cui sono davvero bravo. La gente dice che sono un bravo comunicatore ma spesso si dicono le cose sbagliate, specialmente quando parli tre o quattro volte a settimana. È la struttura del club a spingermi nella direzione sbagliata”.
E ancora: “Quello che potrebbe fare davvero la differenza è quanto un club mi desideri, quanto abbia bisogno di una persona e di un allenatore come me. E quanta empatia posso provare verso quella struttura. L’unica cosa che voglio è che i traguardi e gli obiettivi vengano stabiliti da tutti in modo equo. Non posso andare in un club dove, per via della mia storia, l’obiettivo è vincere il titolo. Quello che è importante per me è che il club abbia degli obiettivi, non dico realistici ma almeno semi-realistici, e che io sia pronto a lottare per essi. Quando andai alla Roma nessuno sognava di giocare una finale europea ma ci siamo riusciti. Non voglio andare in un club quasi retrocesso e poi sentire dire che l’obiettivo è vincere la Champions League”.