È di ventitré anni la richiesta di pena avanzata nei confronti di Isabella Internò, 55 anni, la donna che la Procura di Castrovillari ritiene responsabile dell’omicidio di Donato Bergamini, morto il 18 novembre del lontano 1989. “I periti medico-legali che hanno effettuato nel 2017 gli esami sul corpo di Bergamini – hanno riferito ieri i magistrati davanti alla Corte d’Assise di Cosenza – ci dicono che il calciatore è stato vittima di una asfissia meccanica violenta, prima che il camion di Raffaele Pisano (il conducente del camion sotto il quale fu trovato il cadavere, ndr) lo sormontasse. Quindi le versioni di Internò e Pisano sono completamente false. Bergamini era già morto prima che il camion arrivasse. Tutti gli esami dei periti parlano di compatibilità del corpo di Bergamini con asfissia da compressione con un mezzo soft”.
Il pm ha chiesto l’esclusione, perché non dimostrate, dell’aggravante della crudeltà e di quella dell’utilizzo del mezzo insidioso e venefico, chiedendo invece il riconoscimento della premeditazione e dei motivi abietti e futili. La richiesta di pena non si è tradotta in richiesta di ergastolo perché la stessa Procura ha chiesto per lei il riconoscimento delle attenuanti generiche.