Mondiali Russia 2018

Mondiali 2018: Neymar, altro che O Ney. Martinez mostra i muscoli

Neymar - Foto Fernando Frazão/Agência Brasil - CC-BY-3.0
Neymar - Foto Fernando Frazão/Agência Brasil - CC-BY-3.0

Tra i due litiganti, il terzo gode. Con buona pace di Messi e Cristiano Ronaldo, è Neymar l’unico dei tre fuoriclasse più attesi a conquistare il pass per i quarti di finale dei Mondiali di Russia 2018. A farne le spese il Messico sconfitto dal Brasile con un 2-0 solido, convincente e mai in discussione. Fatica più del previsto invece il Belgio costretto ad una rimonta sensazionale in novanta minuti per sbarazzarsi di un Giappone ingenuo e che alla lunga ha sofferto l’enorme fisicità degli uomini di Martinez.

Più Fagner, meno Neymar – Qualcuno salvi l’immagine di O’Ney. Mai così in basso la popolarità del fuoriclasse del Paris Saint Germain. Tra simulazioni, esultanze polemiche e dichiarazioni stucchevoli Neymar si trova al centro del ciclone. Non ci è andato leggero Osorio, Ct messicano: “Un peccato per il calcio. Penso che sia un esempio negativo per tutto il mondo del calcio e per i bambini che ci seguono“. L’esca per la bufera mediatica c’è stata al 65′ di Brasile-Messico: Layun appoggia maldestramente il piede sulla gamba di Neymar che subito rotola a terra disperato. In tempo di Var le simulazioni hanno vita breve e infatti Rocchi non riceve segnalazioni dai collaboratori al monitor. La brutta figura è servita e Neymar, come il classico degli sportivi attaccati dai media, si rifugia nella comoda sindrome di accerchiamento: “Penso che ci sia un tentativo di indebolirmi. Non mi interessano le critiche“. “Che soglia del dolore bassa“, ha scherzato Gary Lineker su twitter manifestando quella che inizia a diventare l’opinione dei più. “Basta sceneggiate“, il mondo del calcio lo chiede, Neymar lo ascolti. Eloquente un video del 1960 che mostra Pelè alle prese con i difensori italiani nel corso di un’amichevole contro la Roma. Dopo i falli degli italiani, O’Rey non restava più di qualche secondo a terra. Per un Neymar sempre più tiro al bersaglio e meno O’Ney, c’è un Fagner rappresentante del volto più genuino di un Brasile che inizia finalmente a carburare. Le immagini della sua esultanza al momento della scoperta di essere nella lista dei convocati hanno fatto il giro del mondo così come la curiosità di vederlo in campo. E contro brutti clienti come Lozano e Vela, il terzino del Corinthias ha strappato applausi in patria.

Martinez, alti e bassi – Passa il Belgio contro il Giappone ma guai a ritenersi soddisfatti per i diavoli rossi. Troppe disattenzioni, individuali e collettive, per Vertonghen e compagni. Martinez azzecca i cambi (Fellaini e Chadli, autori dei gol) ma sbaglia il contesto. E’ lo strapotere fisico l’elemento decisivo per la qualificazione ai quarti di finale e non il gioco e la qualità indiscutibile dei vari artisti dell’11 di Martinez. Il commissario tecnico intanto, per uno scherzo del destino, è l’unico spagnolo ai quarti di finale ma anche lui, come i connazionali, ha rischiato di pagare una eccessiva leziosità. Solo applausi nel corso della fase a gironi, ma Kagawa e compagni hanno rivelato le prime crepe di una Nazionale che sulla carta appare indiscutibilmente tra le favorite. Ora appuntamento a venerdì 6 luglio alla Kazan Arena: Belgio-Brasile si preannuncia già il quarto di finale più spettacolare.

Portieri, che combinate? – Sia chiaro: la sufficienza l’hanno strappata entrambi. Eppure da Courtois e Alisson qualcosa in più del 6 bisogna aspettarselo. Il portierone brasiliano della Roma ha chiuso con il clean sheet e i numeri gli danno ragione. Eppure non è mancata qualche imperfezione nel corso della partita e della rassegna iridata così lontana dallo standard di prestazione della stagione appena conclusa. Discorso leggermente diverso per Courtois che di gol contro il Giappone ne ha subiti due. Nessun errore evidente, è vero. Ma dall’estremo difensore del Chelsea ci si aspetta comunque di più. Come ci si aspettava di più da De Gea, una delle grandi delusioni di questo torneo: numeri alla mano, lo spagnolo è il portiere con meno parate in un Mondiale dal 1966.

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