Prima o poi doveva succedere. Per fortuna di Southgate, è toccato alla sua Inghilterra vincere la maledizione quasi trentennale dei rigori nella grandi competizioni: i britannici volano ai quarti dopo una partita che è un romanzo contro una Colombia che si è aggrappata ancora una volta sulle spalle dell’obelisco Yerry Mina, ma che si è dovuta arrendere, innanzitutto, alla legge dei grandi numeri. Sei sconfitte di fila dal dischetto nei Mondiali di Italia ’90, Francia ’98 e Germania 2006, e negli Europei giocati in patria nel ’96 (qui passarono sempre ai rigori ai quarti, salvo perdere ai rigori in semifinale, per la serie: Kane e compagni, c’è sempre tempo…), in Portogallo nel 2004 e in Polonia-Ucraina nel 2012, in quel caso contro gli azzurri ai quarti. Al settimo tentativo, con mille sofferenze e dovendo confidare in un errore degli avversari, si può far festa a Londra e dintorni.
LA CINICA LOTTERIA – Cosa resta di Colombia-Inghilterra? Innanzitutto tante emozioni: il pareggio al 94′ ha trascinato l’incontro ai supplementari, quindi alla cinica lotteria dei calci di rigore cantata dagli Elio e le Storie Tese. Cinica troppo spesso per i britannici, che per una volta riescono però a invertire il trend nell’anno in cui sembra andare tutto bene ai Tre Leoni. A cominciare dall’accoppiamento ai quarti, quella Svezia che sta diventando sempre più pericolosa e rispettata, ma che comunque resta l’avversario più abbordabile a disposizione. Se gli inglesi sorridono, i cafeteros di Pekerman salutano la Russia per colpa dei dettagli: prima Carlos Sanchez concede commette il secondo fallo da rigore della sua avventura mondiale dopo quello contro il Giappone, quindi Uribe coglie la traversa e in un colpo solo sposta la pressione dalle spalle di Trippier a quelle del compagno Bacca, che si dimostra decisamente poco freddo dal dischetto.
PENSARE IN GRANDE – “Questa squadra sta lavorando per vincere i Mondiali 2022”. Perché attendere il Qatar, mister Southgate? Le premesse per raggiungere la finale ci sono, bisognerà registrare la difesa – un gol subito in ogni partita – e supportare ulteriormente uno scatenato Kane. Sognare non è vietato, gli inventori del calcio vogliono far cadere un altro tabù e regalare un fratellino a quell’unico Mondiale vinto più di cinquantanni fa.