Mondiali Russia 2018

Mondiali 2018, c’era una volta il tiki taka: Spagna al tappeto, la Russia continua a sognare

Andres Iniesta - Foto Football.ua CC BY-SA 3.0

C’era una volta il tiki taka, ora ne restano le macerie. Ieri è toccato a Messi andare a casa, oggi è la volta della Spagna, che al suo interno schiera alcuni interpreti del Barcellona che ne formano indiscutibilmente l’ossatura. Quel che era del gioco spettacolare dei catalani, poi imitato dalla Roja ed esportato altrove, sembra aver fatto il suo tempo, sconfitto dal livellamento verso l’alto che ha portato tutte quelle squadre che fino a pochi anni fa sembravano lontane anni luce dalle big a giocarsela quasi alla pari. Chiedere alla Russia.

Il verdetto del Luzhniki di Mosca è inappellabile. La Spagna fa le valigie e continua a steccare le grandi competizioni: dopo il magnifico tris Europeo-Mondiali-Europeo tra il 2008 e il 2012, arriva un tris di eliminazioni precoci per le Furie Rosse. L’ultima, sancita oggi contro i padroni di casa di questo Mondiale, farà tanto discutere: la squadra è apparsa stanca, logora e poco combattiva, ingabbiata in schemi che non funzionano più contro il dinamismo, la voglia e l’abilità tattica di (quasi) tutte le partecipanti. Se l’Iran e il Marocco erano stati due indizi importanti, questa sconfitta, ai rigori ma sostanzialmente meritata, contro la Russia è una prova di come il tiki taka non sia più quel meraviglioso meccanismo che ha rivoluzionato ulteriormente questo gioco una decina di anni fa, ma quasi un’imposizione forse anacronistica e irrealizzabile oggi.

Una Roja che è scesa in campo giocando sotto ritmo dal primo all’ultimo minuto, rendendo la vita abbastanza facile ai russi, che però se la complicano comunque in avvio con un autogol. Mentre Pique commette la stessa ingenuità del compagno di difesa al Barça Umtiti e regala a Dzyuba la possibilità di riportare in partita l’Armata Rossa, gli uomini d’attacco continuano a costruire una rete di passaggi fitta quanto inutile, e l’ingresso di Iniesta non cambia le cose, ma finisce anzi per rendere ancor più prevedibile la manovra. 1114 passaggi che portano a un solo risultato: la Spagna fallisce ancora. Non dovrebbe essere difficile per gli iberici attuare una politica di rinnovamento, non dovranno ripartire da zero: potrebbe essere sufficiente accantonare il possesso a tutti i costi e provare a esplorare altri lidi.

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