La linguaccia Casemiro non l’ha fatta. E tra il gol annullato all’estroso Vinicius e il capolavoro del veterano dell’ordine ci passa tutto quel mix di talento sfrenato ed esperienza che è questo Brasile. Nella prima gara del Mondiale in Qatar senza Neymar, un paese intero aspettava Garrincha come nel 1962 dopo il crack di Pelè. Alla fine però, per battere la Svizzera 1-0, è servito il gol del leader del centrocampo di una nazionale di giocolieri. Questo Brasile fatica, appare ingenuo, sembra avere un blocco psicologico sullo 0-0. Ma allo stesso tempo è in grado di far valere lo strapotere tecnico quando i ritmi e le energie avversarie calano. Ci è riuscito contro la Serbia e ha fatto il bis contro gli elvetici per la qualificazione aritmetica agli ottavi con un turno di anticipo. Ma soprattutto sa blindare la porta e Alisson può celebrare la 50esima presenza in nazionale con il secondo clean sheet su due.
La sorpresa di Yakin è il giovane Rieder, uno dei ragazzi degli Young Boys, già tre gol e tre assist in stagione. Al 20′ Paquetà prova a servire Richarlison, ma Elvedi capisce tutto e allontana. Per il primo tiro in porta bisogna aspettare il 27′: Raphinha innesca Vinicius che calcia, ma Sommer devia in angolo. Alla fine il momento più emozionante è un black out di pochi secondi al 974 Stadium. Si va al riposo senza reti, con il Brasile che controlla ma che non riesce a sfondare una retroguardia che all’esordio ha già sbarrato la strada al Camerun. Nella ripresa Tite inserisce Rodrygo al posto di Paquetà, che qualche spunto incoraggiante l’aveva pure avuto. Al 64′ ci sono le prime prove di gol: Casemiro lancia per Vinicius che salta Elvedi e batte Sommer. Ma il var segnala un fuorigioco ad inizio azione ed è tutto da rifare.
Tite sceglie anche il febbricitante Antony e la classe di Gabriel Jesus. Alla fine a risolvere i problemi di un Brasile orfano del suo giocatore più rappresentativo ci pensa uno dei veterani. All’83’ Casemiro da posizione defilata lascia partire un esterno destro che Sommer può solo guardare infilarsi in rete. Nel finale c’è la chance per il raddoppio, ma Vinicius prima e Rodrygo poi sprecano. Un Brasile solido, forse ancora sciupone, ma che contro il Camerun potrà gestire muscoli ed energie. Aspettando O’Ney, può toccare a Gabriel Jesus, protagonista con la capolista Arsenal in Premier League ma fin qui sacrificato in panchina. L’imbarazzo della scelta è la ricetta migliore per curare il malessere per l’assenza del più forte di tutti.