Da qualche ora senza club, ed è l’unico giocatore dei Mondiali in questa bizzarra quanto anomala situazione, ma tornato nella sua isola felice, il Portogallo in cui è ancora il leader indiscusso, il trascinatore, il recordman. Dove lo amano tutti, agli antipodi rispetto al Manchester United con cui ha chiuso con la rescissione a novembre dopo aver sparato a zero su chiunque. Cristiano Ronaldo è all’ultimo ballo nella coppa del mondo che non è mai andato vicino a vincere, anche perché i lusitani non sono mai stati così forti. I campioni d’Europa del 2016 si ritrovano in una fase interlocutoria, con alcuni grandi pilastri della squadra di sei anni fa ormai quasi al capolinea, altri giocatori che hanno raggiunto l’età della maturità, infine giovani da lanciare.
Con l’esperienza di Fernando Santos in panchina, e con la voglia di un acuto nei Mondiali con cui questa nazionale non ha mai veramente flirtato. Il primo ostacolo in Qatar, in una rassegna che non sta lesinando sulle sorprese, c’è il Ghana, di certo non la rivale più insormontabile possibile, ma d’altro canto non si può sottovalutare nessuno, nemmeno la fisica e veloce nazionale africana. E’ ovvio che i portoghesi abbiano tutte le carte in regola per imitare Francia e Inghilterra anziché Argentina e Germania, allo stesso tempo la nazionale africana ha avuto il tempo di studiare Arabia Saudita e Giappone e non seguire gli esempi di Iran e Australia. Ghana che, peraltro, il Portogallo incontrò anche nel 2014, uno dei peggiori Mondiali chiuso con l’eliminazione ai gironi. Contro le stelle nere arrivò l’unica vittoria. Chi la decise? L’uomo da qualche ora senza club, ma tornato nella sua isola felice. E che ora vuole vincere il Mondiale per zittire chi ha parlato oltre il lecito.