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Mario Ferri, autore già di altri gesti del genere in passato, si è reso protagonista di un’invasione di campo durante Portogallo-Uruguay, con una bandiera arcobaleno e una maglietta sostegno delle donne iraniane e dell’Ucraina. L’italiano ha parlato nelle ore successive al sito brasiliano Globoesporte: “Quando mi hanno arrestato, Infantino è sceso e mi ha chiesto ‘Perché? Perché?’ Si è ricordato delle mie altre invasioni ai Mondiali. Io gli ho detto: ‘Perché abbiamo giocato a guardie e ladri. 5000 contro di me'”. Ferri ha poi rivelato di aver “firmato una dichiarazione dicendo che non l’avrei fatto più. Ma mi hanno permesso di guardare le partite”. “Ho chiesto: ‘Posso restare per guardare le partite? Mi hanno detto: ‘Sì, sei il benvenuto. Puoi restare in Qatar. Hanno capito bene il messaggio'”, hanno detto.
Successivamente, Ferri ha scritto un lungo posto su Instagram per rivendicare il suo gesto. “La chiamerò ‘The last dance’ la mia ultima corsa in un campo di gioco, ho voluto mandare messaggi importanti per me che ho vissuto sulla mia pelle nei mesi scorsi… Un messaggio per l’Iran dove ho amici che soffrono, dove la donna non viene rispettata… Il mondo deve cambiare, lo possiamo fare insieme con gesti forti, che vengono dal cuore, con coraggio”.
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