Come Bruno Metsu in Senegal-Francia nel 2002. O Sven-Goran Eriksson contro la Svezia sulla panchina dell’Inghilterra. O per non allontanarsi da casa, Giovanni Trapattoni e la sua Irlanda agli Europei del 2012. C’è persino chi ha vinto un trofeo contro la nazionale d’origine: Jorge Sampaoli col Cile contro l’Argentina. Un caso limite. Al lusitano Paulo Bento e alla sua Corea del Sud basterebbe infatti un ottavo di finale mondiale contro il Portogallo già qualificato di Cristiano Ronaldo. Non sarà una partita come le altre per l’ex nazionale e Ct portoghese. Trentacinque le presenze da calciatore, quattro le stagioni in panchina da Ct. Ma non potrà godersi la partita dalla panchina, dopo la squalifica. Uno dei lussuosissimi box dell’Education City Stadium ospiterà gli sfoghi, le indicazioni, le emozioni di un tecnico che la partita la vive a modo suo, come ha imparato a conoscere il direttore di gara Anthony Taylor per quel calcio d’angolo non fatto battere nel finale della partita contro il Ghana. Ora serve una vittoria alla sua Corea contro il Portogallo per coltivare il sogno degli ottavi, con un occhio all’altra gara tra Ghana e Uruguay.
Qualora il Ghana non dovesse vincere e la Corea riuscisse a fare l’impresa contro i lusitani, si andrebbe a guardare la differenza reti. Insomma, missione quasi impossibile contro il Portogallo dell’amico Cristiano Ronaldo, caricato dalla prospettiva di superare Messi per numero di gol dopo l’errore dal dischetto della Pulce. I due si conoscono bene. Nel 2008 il Telegraph e il The Sun rivelarono il tentativo del Manchester United di assumere Paulo Bento – descritto come “amico stretto” di CR7 – come nuovo assistente di Sir Alex Ferguson per convincere il portoghese a restare ai red devils. Si rivelò una notizia priva di fondamento, ma i rapporti tra Bento e Cristiano Ronaldo sono da sempre solidi. Domani potranno salutarsi solo fuori dal campo, causa squalifica. Bento spera sia solo un arrivederci.