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La Coppa del Mondo in Qatar a emissioni zero? Non esattamente, anzi. Lo conferma un rapporto della Commission for Loyalty, l’ente che regola la pubblicità in Svizzera. La Commissione ha rilevato che la Fifa ha infranto le regole contro la concorrenza sleale facendo affermazioni sull’anima green del Mondiali che non poteva essere provata, mentre utilizzava controverse misure di compensazione che non sarebbero conformi agli standard svizzeri.
“La Fifa è stata scoperta – ha commentato al Guardian Andrew Simms, direttore del New Weather Institute, che aveva denunciato la Fifa dal Regno Unito – Lo sport continua ad essere utilizzato come un gigantesco cartellone pubblicitario da alcuni dei più grandi colpevoli del climate change, per promuovere prodotti e stili di vita inquinanti, minacciando il futuro degli atleti, dei tifosi e dello sport stesso. È tempo che lo sport, e i suoi organi di governo come la Fifa, usino il loro potere e la loro posizione per accelerare la transizione verso basse emissioni di carbonio, invece di ritardarla e fuorviare il pubblico”.
La Fifa aveva pubblicizzato i Mondiali in Qatar come la “prima Coppa del mondo a emissioni zero” della storia, anche se le stime indicavano che il torneo avrebbe generato più CO2 di qualsiasi altro evento precedente. La Fifa aveva affermato che queste emissioni sarebbero state “compensate” – ad esempio – con la piantumazione di giardini intorno agli stadi. Il regolatore svizzero ha ritenuto che queste affermazioni non fossero provate e non dimostrabili. “Anche se la Fifa scrive ripetutamente che compenserà completamente le emissioni da calcolare definitivamente in un secondo momento – si legge nel rapporto della commissione – non è in grado di fornire la prova che le emissioni stimate siano state compensate. Inoltre, non è chiaro se le misure di compensazione siano conformi agli standard svizzeri”.
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