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La partita del Secolo: Messi campione come Maradona, Mbappè piange ma anche lui è nella storia

Argentina
Premiazione Argentina - Foto LiveMedia/Sebastian El-saqqa/DPPI

Come ogni partita leggendaria, avrà un nomignolo dedicato. Come il Maracanazo, o il Partido del Siglo. L’Argentina è campione del mondo ai calci di rigore dopo il 3-3 contro la Francia. Leo Messi supera Kylian Mbappè e scrive una pagina di storia che è una carezza a Diego Maradona. Il fuoriclasse francese trova la tripletta, ma non basta. Un Kolossal indimenticabile che incorona l’Albiceleste in Qatar. La partita ha mille copioni, tra colpi di scena e protagonisti inattesi. La scena è di Messi, ma nella storia finiscono anche Emiliano Martinez e Gonzalo Montiel: il primo autore di una parata decisiva al 121′, il secondo protagonista del rigore decisivo.

LA CRONACA – La prima occasione è dell’Argentina. Messi e De Paul fraseggiano, l’ex Udinese scarica per Di Maria ma il tiro dello juventino è impreciso. L’avvio dell’Albiceleste scuote la Francia che fatica a costruire gioco. Deschamps è preoccupato, l’Argentina è padrona del campo e il gol è nell’aria. Come il migliore dei copioni, Leo Messi festeggia gol e record. Supera Maldini per minuti giocati al Mondiale e firma la sesta rete in Qatar, come primo calciatore dal 1986 ad oggi a segnare in ogni match ad eliminazione diretta di un torneo iridato. Gran parte del merito però ce l’ha Angel Di Maria che sfonda sulla sinistra e viene steso in area da Dembele: dagli undici metri va Messi, che non sbaglia. La Francia sente il contraccolpo. Ma la rete del raddoppio dell’Albiceleste avrebbe tramortito qualunque squadra: Messi con un tocco d’esterno lancia il contropiede, Mac Allister con la coda dell’occhio vede Di Maria che a tu per tu con Lloris non sbaglia e si conferma uomo da finale. Mbappè non tocca mai palla, Deschamps cambia gli altri due dell’attacco: fuori Giroud e Dembele, dentro Thuram e Kolo Muani. Con lo stesso assetto visto contro il Marocco, la Francia guadagna metri ma non il pallino del gioco. Anche in avvio di ripresa appare distratta e confusa. L’asse Di Maria-De Paul-Messi invece funziona. Si trovano, si cercano, seminano il panico. Al 64′ però Scaloni richiama Di Maria. Il Fideo si conferma uomo delle finali, avendo deciso l’ultimo atto di Olimpiadi e Copa America. Senza lo juventino, però si spegne qualcosa. E Deschamps azzecca tutto: fuori Griezmann, dentro Coman. E a dieci dal termine, la Francia rimonta. Otamendi stende Kolo Muani, Marciniak indica il dischetto e Mbappè non sbaglia. E un minuto dopo c’è il pareggio. Una magia. Coman recupera palla, Thuram serve Mbappè che col destro al volo batte Martinez per la seconda volta. L’autostima dell’Argentina è sotto i tacchi. La Francia prende campo, Thuram si fa ammonire per simulazione, quando tutta Doha urlava al rigore. Per un’ora a venti di gioco sembrava una finale scritta. E invece il copione dei supplementari è da Oscar. Al 110′ Leo Messi firma la rete del vantaggio dopo la respinta di Lloris su Lautaro. Poi è Kylian Mbappè dagli undici metri a trascinare la contesa ai rigori dopo il mani di Montiel in area. E come in un film è Montiel a firmare la rete del Mondiale su penalty. Prima però è Emiliano Martinez a negare il gol a Kolo Muani all’ultimo minuto di gioco. Dagli undici metri sbagliano Tchouameni e Coman. Scaloni fa entrare Dybala solo per calciare e la Joya non tradisce. Non sbaglia nemmeno Messi. E alla fine Montiel fa esplodere un paese intero. Messi raggiunge Maradona nell’Olimpo. Scaloni come Bilardo. E la festa è solo iniziata per la nuova partita del secolo.

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