Mondiali Qatar 2022

Jorginho fa mea culpa: “Inizierò a studiare i portieri. Stiamo giocando bene, ma dobbiamo vincere”

Jorginho, Italia-Grecia
Jorginho con la maglia della nazionale italiana - Foto Antonio Fraioli

“Responsabile” del pareggio dell’Italia contro la Svizzera a causa del suo errore su calcio di rigore, Jorginho ha parlato ai microfoni di RaiSport. Il centrocampista del Chelsea ha fatto mea culpa, promettendosi però di iniziare a studiare i portiere per ridurre al minimo gli errori dal dischetto (Jorginho aveva anche sbagliato il rigore nella finale di EURO2020 contro l’Inghilterra, ndr). Ma non solo, il numero 8 azzurro ha anche elogiato e caricato la squadra in vista dei prossimi impegni.

“Incantesimo finito? Lasciamoli parlare, ne abbiamo sentite tante. Speriamo che questi due pareggi dipendano solo dal fatto che siamo a settembre, in una fase di rodaggio. Abbiamo giocato due buone partite ma il pallone non entra. Dobbiamo rimanere lucidi e tranquilli. Il calcio è così, lo sappiamo: non c’è una risposta alla domanda sul perché il gol non arriva. Dobbiamo correggere i punti negativi, ma senza dimenticare i tanti lati positivi”.

Si sofferma poi sull’episodio del rigore: “Quanto sono arrabbiato? Parecchio. Fa male, dispiace per la squadra che meritava di vincere, e quella era un’occasione per sbloccare la partita in un momento importante . Mi prendo la responsabilità. Credo che i portieri mi stiano studiando, comincerò a studiarli anche io. Sto già pensando a come tirarli. Errore per stanchezza? Mi sentivo bene, dopo è stata dura ma ho respirato profondo e ho pensato che mancava ancora tanto da giocare”.

Un ultimo flash sul match di mercoledì contro la Lituania: “Ovvio che dobbiamo vincere, e per farlo serve entusiasmo. Non buttiamoci giù. A chi chiede se crediamo in noi stessi rispondo: certo che sì. Anche perché se non lo facciamo noi, chi crede in questa Italia? Voi certo no… I nove milioni di telespettatori per la partita di ieri fanno piacere. Ora è il momento di sentire calore e sostegno, ora che non si vince…”.

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