2006, Italia. 2010, Spagna. 2014, Germania. 2018, Francia. L’Europa domina i Mondiali, il Sudamerica si aggrappa al Brasile, che vent’anni fa trionfò in Corea del Sud/Giappone e trovò la quinta stella. Da lì in avanti, un’egemonia del vecchio continente e il resto del mondo che si aggrappa, come sempre, all’Argentina e ai cugini verdeoro. E se l’Albiceleste ha già clamorosamente fallito all’esordio perdendo con l’Arabia Saudita, il Brasile, favoritissimo per i bookmakers, non vuole commettere errori, anche se dovrà vedersela con un’avversaria di assoluto rispetto, che finalmente ha trovato una buona generazione di talenti. E’ la Serbia con Vlahovic trascinatore, Milinkovic-Savic leader tecnico, e forse con Kostic ai box e un po’ di malumore del ct nei confronti della Juve.
Se il Brasile vuole vincere il sesto Mondiale, però, non ha alcuna alternativa che partire bene. Per alzare il trofeo, probabilmente sarà necessario battere squadre ben più forti della Serbia. E allora, gli ex jugoslavi sono un’ottima prova del nove per la Selecao, con Neymar che finalmente è al meglio nell’appuntamento più importante e vuole prendere davvero per mano i suoi, con una difesa clamorosamente forte, tanto che potrebbero essere schierati due terzetti diversi (uno è il blocco della Juve) ed entrambi di altissimo livello, un centrocampo che copre le spalle alla batteria di punte e mezzepunte a disposizione di Tite: a cominciare da Vinicius, passando per per Richarlison che può fare malissimo quanto benissimo. La qualità non manca nemmeno agli uomini di Stojkovic, sbarazzini e coraggiosi, con tantissima Serie A: Kostic non gioca, Vlahovic e Milinkovic-Savic li abbiamo già nominati, e poi Lukic, Milenkovic, persino Vanja Milinkovic-Savic in porta. Il Brasile è avvisato: non sarà facile, e se sarà facile sarà una piccola conferma che i verdeoro sono i favoriti assoluti.