Kylian Mbappè insegue Pelè, ma il suo sogno Mondiale sembra più simile a quello che cullò e realizzò Giuseppe Meazza nel 1938. La Francia nella finale in Qatar contro l’Argentina può siglare uno storico bis iridato come riuscì a fare nel 1934 e nel 1938 l’Italia e nel 1958 e nel 1962 il Brasile. O’Rey però la finale in Cile non la giocò, limitandosi a disputare le due partite inaugurali del torneo, prima di fermarsi per un infortunio. Ecco perché un eventuale successo di Mbappè contro l’Albiceleste rappresenterebbe un’occasione storica, con un solo, vero precedente tra le stelle dell’olimpo del calcio: quello della leggenda dell’Inter che due finali iridate consecutive le ha vinte contro Cecoslovacchia in casa e contro l’Ungheria in Francia.
E sono i Bleus ora ad un passo dalla storia. Un’opportunità ancor più clamorosa se si pensa al tonfo delle tre precedenti vincitrici del torneo iridato: Italia, Spagna e Germania, tutte e tre fuori ai gironi quattro anni dopo aver trionfato. A rompere la maledizione ci ha pensato Deschamps che però deve fare i conti anche con una storia di bis sfiorati. L’Argentina, campione nel 1986, perse la finale del 1990 contro la Germania. Il Brasile, trionfatore nel 1994, cadde sotto i colpi di Zidane e Petit nel 1998. Di fronte c’è l’Argentina. L’Albiceleste cerca la ‘Tercera’ e Messi vuole la chiusura perfetta dopo quell’inizio disastroso contro l’Arabia Saudita. Solo la Spagna di Xavi e Iniesta nel 2010 è riuscita a vincere la finale mondiale dopo aver perso all’esordio nel torneo. Quella fu la prima di altre due partitissime di fila risolte oltre il 90′. La Francia invece nel 2018 in Russia liquidò la pratica Croazia con un 4-2 e un record: di Mandzukic l’unico autogol della storia delle finali mondiali.
Le due nazionali sono preparate a tutto, anche ai rigori. L’Argentina ha perso una sola volta su sette ai Mondiali dagli undici metri. La Francia invece ha perso due serie su quattro nell’appuntamento più prestigioso: l’ultima a Berlino, chiusa da un penalty di Fabio Grosso. L’Argentina non ha mai vinto oltre l’America, la Francia ha trionfato in casa e in Russia. Nel 1978 l’Albiceleste a Buenos Aires vinse la prima partita di un mondiale disputato in Sudamerica a terminare in parità dopo il 90′. A farne le spese l’Olanda orfana del suo Pallone d’oro Cruijff (e alla Francia oggi manca Benzema). Nel 1986 il trionfo contro la Germania di fronte ai 114.000 dell’Azteca. Ce n’erano quasi la metà allo Stade de France ad assistere al trionfo dei Bleus contro il Brasile. Ronaldo, chiamato ad eguagliare Pelè all’Azteca, visse uno dei giorni più bui della sua vita, tra le convulsioni nel pomeriggio e una maglia da titolare concessa nonostante una condizione disastrosa.
Ora ci riprova Kylian Mbappè, mentre Leo Messi prova a regalarsi il finale perfetto. Il Lusail Stadium prova ad affacciarsi nella storia tra il Bernabeu, l’Azteca, l’Olimpico, Wembley e il Maracanà. Se il suo nome passerà alla storia per altro e non solo per le polemiche legate alla morte dei lavoratori migranti in Qatar, lo dovrà alle magie di quei due fuoriclasse. Un’altra finale sta per essere consegnata alla storia, mentre i tifosi si divertono a cercare coincidenze che possano alimentare speranze e sogni. La Francia nel 2018 iniziò il suo cammino glorioso contro l’Australia, come nel 2022. Arbitro della sfida sarà Marciniak, nato il il 7 gennaio del 1981, lo stesso giorno, ma quarantadue anni dopo, di Romualdo Arppi Filho, fischietto di Argentina-Germania 3-2 nel 1986. Anche questo è il bello di una finale che in un modo o nell’altro regalerà un posto nell’olimpo ad un campionissimo.