Luis Suarez ha messo subito le cose in chiaro alla vigilia di Uruguay-Ghana: “Non sono pentito del rosso del 2010”. Riferimento al Mondiale in Sudafrica e al match dei quarti di finale tra quelle che all’epoca erano le due nazionali rivelazioni: il Ghana alla fine di un ciclo, l’Uruguay con i giovani talenti che oggi sono a fine carriera. Luis Suarez aveva 23 anni, con già oltre 100 gol in carriera, quando nel supplementare salvò con le mani il colpo di testa di Adiyiah. Rigore e rosso, ma dagli undici metri Asamoah-Gyan calciò sulla traversa e la beffa finale si concretizzò dai tiri dal dischetto con l’errore dello stesso Adiyiah e con la qualificazione della Celeste. Uruguay e Ghana non si affrontano da quel giorno. E oggi, alle porte di una sfida decisiva per la qualificazione agli ottavi, il ricordo di quella beffa torna ad affacciarsi in Qatar.
Lui, il protagonista, che tra Sudafrica e Brasile fu protagonista tra gol, morsi e falli di mano, non si scusa – e in effetti non avrebbe motivo di farlo -, ma punge: “Voglia di rivincita? Può ritorcersi contro…“. Suarez cerca una maglia da titolare nel ballottaggio inedito con Edison Cavani per un posto accanto a Darwin Nunez. L’attaccante del Liverpool è ancora a secco, ma Diego Alonso punta ancora su di lui. Servono quei gol che fin qui sono mancati. Le zero reti segnate in patria fanno discutere e il Ct si affida ai nomi in attacco per salvare la panchina. Di certo, rispetto al 2010, la forza dell’Uruguay sembra risiedere in un centrocampo mai così competitivo: Bentancur è in stato di grazia, Valverde è un’insidia costante in ogni zona del campo, Vecino è l’usato sicuro. L’Uruguay passerà con una vittoria, a patto che la Corea del Sud non batta il Portogallo, altrimenti il discorso verrebbe delegato alla differenza reti e al computo dei gol segnati. Dodici anni dopo c’è ancora una pass mondiale in palio tra Ghana e Uruguay con Luis Suarez in campo, stavolta col terzo incomodo della Corea ad Al Rayyan.