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I risultati della italiane in Champions sono la “dimostrazione che nonostante le difficoltà oggettive, che si dimostrano nel mancato obiettivo della Nazionale di andare ai mondiali, c’è un calcio italiano che si dimostra competitivo”. Così Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i Giovani, dice la sua sulle squadre italiane in Champions League a “Casa Biscardi” su 7Gold. “Mi piacerebbe che ci fossero maggiori opportunità per i giovani di scuola italiana. L’auspicio è che, nella logica della competitività , questi risultati si tramutino in vittorie. Una vittoria, però, è anche lanciare dei giovani affermando che il modello italiano è vivo come è vivo in altre discipline. Da un lato ci vuole lungimiranza della proprietà , coraggio degli allenatori e la pazienza dei tifosi, che non devono solo puntare alla vittoria ma anche alla crescita dei giovani del vivaio come avviene in tanti grandi club europei”, conclude il ministro.
Sul calcio arabo che minaccia quello italiano: “Italia in vendita? Questo è tema che riguarda tanti settori dell’economia. Dal punto di vista sportivo è inevitabile ed è uno stimolo a trovare delle risposte. Sono convinto che la strategia saudita con grandi avvenimenti e l’acquisto di allenatori e calciatori di primo livello possa essere contrastata solo rafforzando il prodotto nazionale in modo che l’Europa possa essere una risposta a questa intraprendenza. Fenomeno difficilmente contrastabile, a meno che la Fifa non stabilisca dei criteri, difficili in un’economia di mercato. Al di là del fatto che un professionista nel pieno della sua carriera decide di guadagnare decine di milioni di euro fa una scelta precisa”.
Sul derby Lazio-Roma: “L’auspicio è che sia un derby giocato sul campo. Per una dimostrazione di maturità delle due tifoserie per un salto di qualità ulteriore che la Capitale deve esprimere anche nei comportamenti delle tifoserie. Sarà così anche perché sono convinto che il modello di sicurezza consentirà ai tifosi veri di andare allo stadio. Da ministro che vinca il migliore, da tifoso che vinca la mia squadra del cuore”.
Sugli stadi: “Ho sempre pensato che una nazione abbia una sua dignità se si sa dare un’agenda al di là degli eventi. Quello che dobbiamo fare lo dobbiamo fare per migliorare le nostre città . Gli stadi sono più visibili, ma l’obiettivo non è solo per Euro2032; questi campionati li ospiteremo in 5 stadi e i punti fermi sono Roma, Milano e Torino, rimangono poi altre due città . Il tema vero è che manca una regia per queste iniziative. Io ho proposto un commissario, c’è bisogno di una scossa, serve velocizzare. Che si faccia con un progetto in autonomia, con la cessione di uno stadio; le formule sono diverse. Mi piace che la cabina di regia produca effetti ad ampio spettro, noi abbiamo obiettivo che va al di là degli Europei”.
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