“Non commento le parole di Silvio Berlusconi, bisogna solo ascoltare: lui ha ragione su tutto“. Si è arreso, Sinisa Mihajlovic. A dodici giornate dalla fine del campionato, con il Milan ancora in corso per un posto in Europa e un piede nella finale di Coppa Italia, il tecnico serbo si è arreso di fronte all’ennesima critica velata, ma neanche troppo, del presidente rossonero. “Mihajlovic resta? Se le vince tutte“, aveva spiegato l’ex presidente del Consiglio in un’intervista a Sky per i trenta anni da proprietario del Milan. A Napoli Mihajlovic ha pareggiato, un mezzo miracolo vista la differenza tra le due formazioni in classifica e potenzialità, e dunque il serbo può fare già le valigie, seguendo alla lettera le parole di Berlusconi. La verità, però, è diversa: Sinisa ha dato un’organizzazione a una squadra non eccelsa e una forma atletica sconosciuta da tempo a Milanello. Il Milan corre, lotta, combatte insieme al proprio allenatore, ma il presidente non ha mai gradito il gioco di Mihajlovic il cui destino a fine stagione, se non ci saranno miracoli, sembra segnato.
Sinisa lo sa e non risponde più. Si è arreso a parole, ma con i fatti vuole combattere ancora, per dimostrare quanto vale. Perché portare il Milan al quinto posto, magari davanti all’Inter o addirittura alla Roma che a inizio stagione sognava lo scudetto, sarebbe un mezzo miracolo. “Nel girone d’andata abbiamo perso quattro delle prime sette partite – ha osservato Mihajlovic dopo il buon pareggio del San Paolo – ora nelle stesse gare abbiamo portato a casa 15 punti senza sconfitte pur avendo affrontato Fiorentina, Inter e Napoli. Continuando così possiamo lottare per il terzo posto, ma guardiamo alla prossima partita. I conti si faranno alla fine e poi, se entrambe le parti saranno contente, si proseguirà. Il mio obiettivo comunque è rimanere al Milan, perché è una grande occasione e non finirò mai di ringraziare il presidente“. Chissà se a fine stagione Mihajlovic potrà dire lo stesso.