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Il 2019 di Mino Raiola si chiude con un’intervista molto interessante rilasciata a Repubblica, con il procuratore più discusso del panorama calcistico che tocca diversi temi soprattutto riguardanti i propri assistiti. Ovviamente l’argomento centrale non può che essere Ibrahimovic, di ritorno al Milan in questi giorni: “Il suo ritorno sarà come l’ultimo tour dei Queen, non potevo permettere che Los Angeles fosse il suo ultimo palcoscenico – ha spiegato Raiola – Sono contento che possa esserlo San Siro. Zlatan è tornato per divertirsi e far divertire. Se mi ha convinto? Litighiamo ogni volta per cambiare squadra, se credessi di aver scelto io le sue destinazioni sarei uno stupido.”
Molto diversa la situazione legata a Pogba, che sembra vivere una specie di stallo. Raiola attacca duramente il Manchester United: “In quella squadra adesso potrebbero rovinare anche Pelè, Maradona o Maldini. Non ci porterei più nessuno là, Paul ha bisogno di una società e di una squadra come era prima alla Juve.” Altra situazione particolare quella di Moise Kean: “E’ raro che un giocatore italiano si adatti all’estero, facciamoci due domande. Se l’avessi lasciato alla Juve l’avrebbero fatto giocare in Serie C, all’Everton sono contentissimi di lui e in Premier bisogna crescere perchè la Serie A non ti prepara per quel livello. In Kean rivedo Balotelli, nel senso che con il loro essere precoci hanno saltato delle fasi di crescita che comunque devono recuperare. Per Moise ho tantissime richieste, ma l’Everton non intende cederlo.”
Raiola ha chiuso in queste ore anche l’affare Haaland con il Borussia Dortmund: “De Ligt l’ho portato volentieri in Italia perchè per un difensore è come venire a prendere la laurea. Ma si parla del capitano dell’Olanda già da due anni, un giocatore formato e non un talento da coltivare. Gli italiani non sanno far crescere i propri talenti, figuriamoci quelli esteri. A volte incontro gli osservatori italiani, si innamorano dei 2001 ma che senso ha se poi non li fanno giocare?”
Infine Raiola si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa, senza mandarle a dire alla Fifa e non solo: “Per nascondere i problemi del calcio si dà la colpa ai procuratori. I soldi fanno parte dello show, ero milionario a 20 anni e penso di guadagnare molto, ma non troppo. E’ tutto commisurato alle cifre che girano, i grandi club valgono miliardi di euro. Se condiziono il mercato? Certo, non posso arrivare all’ultimo senza sapere cosa poter fare.” Qualche frecciatina verso i tifosi, specie quelli delle milanesi: “Non mi fidavo dell’Inter di Thohir e non mi fidavo del Milan, ditemi se non avevo ragione. Donnarumma volevo portarlo via per un motivo e dovrebbero chiedermi scusa, dire che avevo ragione. Il mio scopo è quello di massimizzare la carriera dei miei giocatori, penso come se fossero figli miei.”
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