“Donnarumma può firmare il rinnovo contrattuale con il Milan? La risposta è sì ma questa è la stessa possibilità che Gigio lasci i rossoneri“. Mino Raiola, procuratore di Gianluigi Donnarumma, risponde così in esclusiva ai microfoni del ‘Corriere dello Sport‘. Il tema, da diverse settimane, è sempre quello del rinnovo del portiere del Milan, uno dei punti focali per la stabilità della formazione del futuro. “Gigio è il Maradona dei portieri. Può solo crescere e bisogna lasciarlo crescere in pace. Non è uno schiavo né tanto meno un robot“.
La situazione contrattuale non è in bilico e, probabilmente, servirà ancora del tempo prima di arrivare ad un accordo: “Il contratto di Donnarumma scadrà il 30 giugno 2018. Se avessimo voluto partire e andare altrove, l’avremmo già fatto. Capisco lo stress e le aspettative dei tifosi del Milan, Gigio è già un simbolo del club e, per la nuova proprietà, sarebbe l’ideale chiudere la trattativa del rinnovo oggi – spiega Mino Raiola – Ma la nuova dirigenza si è insediata poco più di un mese fa. Lasciamoli lavorare in pace. Mi assumo tutte le responsabilità sulla scelta definitiva che faremo“.
Il procuratore del portiere rossonero poi prosegue la polemica con l’allenatore Vincenzo Montella: “Non ho il suo numero di telefono: io non faccio l’allenatore e lui non fa il procuratore – rispondendo al tecnico rossonero che in precedenza aveva detto che i procuratori devono chiamarlo di meno – Può dare consigli a Gigio perché gli vuol bene, ma preferisco gli dia consigli su come non prendere gol. Gli altri glieli do io. Non dimentichi che Gigio al Milan l’ho portato io, soffiandolo all’Inter“.
Infine, un punto della situazione all’esterno dell’ambiente rossonero: “Ci sono 11 top club interessati a lui. Dicono che Gigio debba essere riconoscente al Milan, vero, ma anche il Milan deve essere riconoscente a Donnarumma. E a Mihajlovic. Prima di lanciarlo, ha concesso a Diego Lopez ogni opportunità per difendere la maglia titolare. A 16 anni però Gigio era già bravo, e quando Sinisa a Milanello mi ha detto: ‘Mino, domenica faccio giocare il Bambino’, gli ho detto che avrebbe fatto bene“.