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Lucas Paquetà si è raccontato in un’intervista a L’Équipe, raccontando degli anni al Milan e di cosa è cambiato con il passaggio al Lione lo scorso settembre. “Al Milan mi ero messo da solo molta pressione. Troppa. Ora qui dove mi mette il tecnico mi impegno e cerco di dare il meglio. Tutto qui”, esordisce il centrocampista brasiliano. Che continua: “La pressione al Milan legata alle forti aspettative? No, conoscevo la mia responsabilità, sapevo perché ero là. Poi le cose non vanno sempre come dovrebbero. Ci si immagina delle cose, ci si mette pressione addosso. Non so spiegare bene, ma a volte non c’è una vera spiegazione per quanto accade. Succede e basta”. Un periodo difficile, ma utile per la crescita di Paquetà, come giocatore e come uomo: “L’esperienza al Milan mi è servita per crescere e migliorare. Ora sono un giocatore migliore. Sono un Paquetà diverso, un Paquetà più forte che ha ritrovato l’essenza di quello che era al Flamengo. La pressione c’è ancora e ci sarà sempre, ma non arriva più da me stesso”. Infine, il pensiero sul rapporto con Leonardo, ex dirigente del Milan e attuale ds del Psg: “A Milano sono arrivato in un nuovo Paese, in un nuovo continente, era una lingua diversa. Leonardo mi ha aiutato molto, mi ha accompagnato. In una mezza stagione con lui, le cose sono andate bene per me. Possiamo dire che era il mio mentore, sì. Ma poi è andato a Parigi. In quel momento mi sono sentito un po’ solo”.
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