Tra i possibili motivi per i quali, secondo le indagini della Procura di Milano, Elliott avrebbe deciso di mantenere il controllo del Milan, dopo aver venduto sulla carta il club a RedBird, ci potrebbe essere anche la volontà di ricapitalizzare. In questo modo il fondo di Paul Singer incasserebbe interessi al 7% sul finanziamento da 560 milioni di euro concesso al compratore, ovvero al fondo di Gerry Cardinale. Da un lato, dunque, come indicato nel decreto di perquisizione eseguito martedì nell’inchiesta, Elliott, che controllerebbe già il Lille in Francia, gestirebbe in conflitto di interesse rispetto ai regolamenti Uefa e in modo occulto anche il Milan. Di contro, sebbene non compaia formalmente come reale proprietario del club rossonero, avrebbe comunque un guadagno da una probabile ricapitalizzazione della società, con l’ingresso di nuovi soci. Elliott continuerebbe a gestire la società e a guadagnare sulla ricapitalizzazione, a detta degli inquirenti. Proprio dopo che è stato rintracciato quel documento, in relazione a voci su possibili nuovi soci, la Procura ha deciso di effettuare le perquisizioni due giorni fa, anche a carico dell’ad Giorgio Furlani.
A fine mese inizierà la fase delle analisi dei contenuti di telefoni, pc, tablet alla ricerca di mail, documenti, messaggi, con una quarantina di parole chiave, per cercare riscontri utili sul fronte dell’accusa di ostacolo alle funzioni di vigilanza della Figc. Se salteranno fuori altri elementi, l’indagine potrebbe approfondire semmai anche altre ipotesi di reato. Per ora il perimetro dell’inchiesta resta quello indicato nel decreto. I difensori, allo stato, non ha fatto ricorso contro i sequestri di due giorni fa, ma hanno ancora poco più di una settimana di tempo per presentare istanza al Riesame. Non sono previsti, al momento, interrogatori o audizioni di testimoni e la Figc non ha ancora presentato richiesta formale di atti alla Procura milanese.