“Dev’essere un girone di rivincite”, così Sinisa Mihajlovic aveva spronato i suoi solamente un paio di mesi fa e, per adesso, risulta difficile contraddirlo. Un’altra “vendetta” – dopo il pareggio dell’andata – si è consumata a San Siro, il suo Milan lottando e stringendo i denti si è imposto di misura su un Torino a caccia di riscatto per una stagione fin qui sottotono. Il Diavolo, però, ha adesso un’anima ed è ben deciso a mantenere un ruolo da protagonista in questo girone di ritorno fin qui pieno di soddisfazioni: 18 punti, conquistati con 5 vittorie e 3 pareggi per alimentare le speranze per la rincorsa al terzo posto, utopia ripensando alla situazione dei rossoneri intorno a dicembre. Meglio del Milan, infatti, solamente una Juventus lanciatissima verso lo scudetto e – potenzialmente, con una vittoria domani – la sua prima inseguitrice, il Napoli. Inoltre, con un punto in più degli uomini di Sinisa anche la Roma, rivitalizzata dalla cura Spalletti.
Ma qual è la chiave per una risalita del genere dopo gli interrogativi iniziali? Innanzitutto un ambiente decisamente diverso. Tutti i giocatori remano dalla parte di Mihajlovic, “una squadra che rispecchia in pieno il suo tecnico” come afferma il capitano Abate qualche dopo il triplice fischio. “Avete visto questa sera nella ripresa come abbiamo messo in campo tutto il suo carattere. Siamo contenti di averlo come allenatore, speriamo anche per i prossimi anni. Sono felice anche dello striscione della curva, adesso vedono la nostra grinta: si respira un’aria buona”. Attestato di stima che si aggiunge a quello di Abbiati dei giorni scorsi, uno dei veterani della squadra. Ma non solo: dopo lo scetticismo, pare esserci un riavvicinamento anche con la dirigenza, con Galliani, ma soprattutto Berlusconi. Il presidente ha fatto di persona i complimenti alla squadra a Milanello per l’ottima prestazione e il prezioso pareggio di Napoli, aprendo qualche spiraglio verso la riconferma del serbo. Svanito del tutto il sogno Conte (corteggiatissimo già qualche anno fa) sempre più vicino al Chelsea, sfuma un pericoloso contendente per la panchina di Sinisa, cui comunque vanno attribuiti grandissimi meriti.
Il Milan ha cambiato completamente volto, portando a casa 8 punti in più rispetto all’andata, trovando la giusta quadratura soprattutto nel reparto difensivo, limitando i gol subiti da 14 a 5. Rispetto alla gestione Inzaghi, a questo punto della stagione, i rossoneri fanno registrare un perentorio +12 in classifica, allungando a 9 la striscia di risultati utili iniziata all’Olimpico contro la Roma nell’ultima di andata (filotto che non si vedeva dal 2012-2013 con Allegri). Unica squadra imbattuta assieme alla capolista Juventus nel girone di ritorno e con un paio di scontri diretti già alle spalle, superati con solide prove di forza contro Fiorentina e Inter.
Insomma, la pace sembra proprio essere tornata. E poco importa se Berlusconi aveva chiesto di “vincerle tutte”, ritrattando dopo il pari al San Paolo. Perché a questo Milan si può rimproverare davvero poco, nonostante qualche punto di troppo lasciato per strada nella prima metà del campionato. “Un girone di rivincite” – con il pass per la finale di Coppa Italia nel mirino – per blindare la panchina e dare continuità al progetto tecnico di Mihajlovic: chi ben inizia…