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Fabio Capello, ex allenatore del Milan, ha parlato ai microfoni di Sky Sport del proprio passato in rossonero con Adriano Galliani in collegamento. Ricordiamo che il 73enne è stato legato ai colori rossoneri nel 1987, dal 1991 al 1996 e nella stagione 1997/1998 vincendo 5 Scudetti, 3 Supercoppe italiane, una Champions League e una Supercoppa UEFA. Di seguito le sue dichiarazioni complete:
SUI MOTIVI DEL SUCCESSO BERLUSCONI-GALLIANI – “Perché era un gruppo che capiva di calcio e aveva in tutte le posizioni gli uomini giusti: l’ambizione e la fantasia di Galliani, la metodicità di Berlusconi e la bravura di capire la qualità dei giocatori da parte di Ariedo Braida, che ora manca al Milan”.
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SU UN GIOCATORE SORPRESA – “Non ricordo giocatori che non fossero all’altezza del Milan, perché era la bravura della squadra che faceva funzionare anche gli altri. Un giocatore che è stato importante, con il quale c’è stata anche qualche discussione e che ho avuto il piacere di incontrare recentemente, è stato Marco Simone. Simone quando entrava era sempre determinante, però quando c’erano i titolari doveva stare in panchina”.
SU VAN BASTEN ALLENATORE DEL MILAN – “E’ stato un grande giocatore, ha allenato anche l’Ajax e la nazionale. Ci vuole la voglia. Io credo che Marco in questo momento non abbia la voglia di rimettersi in gioco. Sarebbe un sogno per tutti, però ci vuole la determinazione e la rabbia. Ultimamente mi sembra che Marco l’abbia persa, perché con l’età ci si adagia un po’, come tutti”.
UN MESSAGGIO A GALLIANI – “Mi tolgo un sassolino dalla scarpa: l’unica volta che non ho potuto farlo è quando sono tornato dal Real Madrid su richiesta del presidente mi son trovato una squadra che non mi soddisfaceva”.
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