
Terribile lutto nel mondo del calcio
Il Milan e l’intero mondo del calcio italiano piangono la scomparsa di Giuseppe Farina, detto “Giussi”, presidente dei rossoneri dal 1982 al 1986, anno che segnò l’inizio dell’epopea targata Silvio Berlusconi. Farina, nato a Gambellara, in provincia di Vicenza, si è spento all’età di 91 anni e avrebbe compiuto 92 il prossimo luglio. Imprenditore appassionato di sport, Farina ha lasciato un segno importante nel calcio italiano, guidando nel corso della sua carriera anche club come il Padova e il Lanerossi Vicenza. Proprio con la squadra vicentina ottenne uno dei risultati più memorabili della storia del club: il secondo posto in Serie A nella stagione 1977-78, trascinato dai 24 gol di un giovanissimo Paolo Rossi. Clamoroso il suo rifiuto di cedere ‘Pablito’ alla Juventus, che finì per perdere il giocatore alle buste.
Nel corso della sua lunga carriera nel calcio, Farina fu presidente anche di numerosi altri club, tra cui Audace, Valdagno, Legnago, Schio, Rovigo, Belluno, Rovereto, Modena e Palu’, lasciando ovunque il segno della sua passione e del suo impegno.
I 4 anni di Giuseppe Farina al Milan
Il 19 gennaio 1982, Farina rilevò un Milan in profonda crisi tecnica e finanziaria, subentrando alla presidenza a Gaetano Morazzoni. Il primo provvedimento fu l’esonero di Gigi Radice, sostituito da Italo Galbiati, ma nonostante il tentativo di rilancio, il Milan retrocesse in Serie B. Nella stagione successiva (1982-83), con Ilario Castagner in panchina, il club centrò l’immediata risalita in Serie A. Tuttavia, il progetto tecnico non trovò continuità e Castagner fu esonerato.
Nel 1984-85 Farina riportò sulla panchina milanista Nils Liedholm, ma le difficoltà economiche continuarono ad aggravarsi. Nel 1986, ormai a fronte di una situazione finanziaria insostenibile, rassegnò le dimissioni, aprendo la strada alla storica acquisizione del club da parte di Silvio Berlusconi, che il 20 febbraio 1986, attraverso Fininvest, rilevò il Milan e ne ripianò i debiti, salvandolo dal fallimento.