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“La gestione Montella? Un mezzo disastro, non si fidava di nessuno. E sulla proprietà non mi stupisce che sia finita così: è meglio che sia finita“. Queste le dichiarazioni di Christian Abbiati in un’intervista esclusiva rilasciata a ‘La Gazzetta dello Sport’ riguardo la situazione trascorsa dal Milan, da Vincenzo Montella alla proprietà cinese. L’ex portiere rossonero ed ormai ex ‘club manager’ ha parlato anche del suo addio: “Come club manager dovevo essere d’aiuto a tutti. Allenatore, direttore sportivo, team manager, giocatori. È un ruolo strano, sempre sul filo dell’equilibrio. Un esempio: sciocchezza del giocatore e devi riferire al mister, rischiando di passare per spia. È un ruolo politico e sinceramente non fa per me. Spesso andavo a casa arrabbiato: è stata una mia scelta non proseguire. Mirabelli mi aveva proposto il rinnovo, ma ho rifiutato“.
Poi torna sulla proprietà cinese, un errore ‘personale’ paragonarla con il vecchio Milan: “Il mio errore sono stati i paragoni con il vecchio Milan, dove c’erano punti di riferimento fissi. Lì, invece era grande la confusione: un’organizzazione fumosa che cercavano di rendere perfetta all’esterno“. Poi gli elogi per il lavoro di Gennaro Gattuso e Massimiliano Mirabelli: “Il mio punto di riferimento era Gattuso e l’obiettivo era reimpostare Milanello come una volta, con regole di comportamento. E Rino è stato un fenomeno: mi ha sorpreso come allenatore, ha saputo entrare nella mente dei giocatori. Mirabelli una sorpresa positiva, uno che lavora duramente. Ho vissuto da vicino il rinnovo di Donnarumma ed ha gestito la faccenda perfettamente, a tutela del club. È stato uno dei pochi ad avere il coraggio di andare contro Raiola. E poi ha vinto la scommessa Gattuso“.