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Miroslav Mihajlovic, figlio del compianto Sinisa, ha rilasciato un’intervista al Quotidiano Nazionale a circa un anno dalla morte del padre: “E’ stato difficile, ma se c’è una cosa che mi ha aiutato molto è stata andare al campo: mi permette di staccare ma anche di tenerlo vicino. So di avere un cognome pesante, ma amo questo lavoro e, come mi ha insegnato papà , seguo le mie passioni. In Italia è ancora più difficile gestire l’eredità , anzi ammiro Chiesa e Maldini per essere arrivati in alto nonostante il paragone con i genitori. Io vado avanti come Miro“.
Miroslav ha poi ricordato il giorno in cui Sinisa è mancato: “Eravamo pronti, ma la verità è che puoi essere preparato quanto vuoi: quando arriva quel momento è dura. In certi momenti volevo solo sparire invece ci chiamavano tutti. Ci tengo però a ringraziare chi gli è stato vicino, soprattutto i tifosi e Stankovic: Deki è come uno zio per me, c’è sempre stato. Il fatto che papà fosse un personaggio pubblico non aiuta a vivere questa perdita perché tutti ne parlavano di continuo e sarà lo stesso con l’anniversario“.
“Mamma è una donna forte e non ci fa vedere che sta male, ma so cosa prova e che lo fa per noi. Insieme ai miei fratelli cerchiamo di farla stare meglio – ha proseguito il figlio di Sinisa, che ha infine ringraziato i bolognesi – Sono stati perfetti con lui e con noi. L’esonero nel 2022 l’ha vissuto male perché per lui stare in campo era tutto. Ma al Bologna sono stati bravissimi, dimostrandoci vicinanza sia prima che dopo“.
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