Due giganti con filosofie opposte si sfidano a Monaco di Baviera per un posto in finale. Da una parte la Spagna, che vanta il maggior numero di gol segnati, di tiri totali e di palloni recuperati, oltre a essere l’unica nazionale che ha vinto tutte e cinque le partite fin qui disputate, dall’altra la Francia, senza gol segnati su azione dai propri giocatori e arrivata quasi inconsapevolmente, nonostante sia una corazzata, a giocarsi il pass per l’ultimo atto. Alla fine, però, per vari motivi è la semifinale più giusta e attesa, perché si scontrano due modi di intendere il calcio, la tecnica esasperata contro la fisicità , il collettivo contro la giocata dei singoli.
La qualità del gioco delle Furie Rosse è fin qui indiscutibile: gli iberici hanno strappato applausi ai gironi, in cui hanno anche umiliato l’Italia, poi con la Georgia, seppur di rimonta, sono riusciti a trovare un bel poker. Qualche intoppo contro la Germania, in cui hanno superato il turno coadiuvati da un po’ di fortuna e dal clamoroso errore dell’arbitro Taylor, ma tutto sommato una squadra capace di vincerne cinque su cinque, di segnare tanto, di mettere in mostra un gioco offensivo come questo, merita di arrivare fino in fondo. Occhio alle defezioni però: Carvajal e Le Normand sono squalificati e dovranno essere rimpiazzati da De La Fuente, che già contro l’Albania però ha dimostrato di fidarsi delle sue seconde linee.
I Bleus stanno davvero stupendo in negativo: vittoria con l’Austria per un autogol, pareggio a reti bianche con l’Olanda, pareggio per 1-1 contro la Polonia con un rigore segnato e uno subito, quindi agli ottavi nuovo autogol a decidere lo scontro col Belgio, infine ai quarti il Portogallo fatto fuori ai rigori dopo le reti inviolate dei 120′. Morale della favola: nessun gol segnato su azione dai propri giocatori, due vittorie con autogol, un rigore di Mbappé che fin qui ha deluso al di là della maschera. Un po’ di fortuna, sì, ma l’altra faccia della medaglia è una clamorosa tenuta difensiva, con Maignan sugli scudi e una retroguardia solidissima. Persino per la Spagna sarà difficile colpire questa Francia che sta raccogliendo pochissimo dai sei-sette uomini offensivi di estremo talento, ma che da un momento all’altro può accendersi, specie quando si entra ormai nella fase cruciale di questi Europei. Deschamps, criticato, punta alla quarta finale di un grande torneo in otto anni dopo quelle perse a Euro 2016 e ai Mondiali 2022 con in mezzo il trionfo ai Mondiali 2018, e nell’ambiente transalpino un pizzico di euforia è dato anche dal risultato elettorale che fa felice molti giocatori che già hanno preso posizione. Le chiacchiere stanno a zero: Spagna e Francia si giocano una finale da brividi contro una tra Inghilterra e Olanda e sanno probabilmente che saranno la favorita a quel punto, per quanto visto.