[the_ad id=”445341″]
[the_ad id=”1132026″]
Lionel Messi si racconta a France Football pochi giorni dopo aver ricevuto, non senza polemiche, il settimo Pallone d’Oro. “Vengo da una famiglia operaia, mio padre lavorava tutto il giorno e vivevamo in un quartiere abbastanza modesto. Ma non ci è mai mancato nulla, grazie a Dio – racconta il fuoriclasse argentino -. I miei genitori mi hanno insegnato il rispetto, soprattutto per il lavoro, e l’umiltà. Sono cresciuto con questi valori. Quando sono arrivato a Barcellona a 13 anni, ho trovato gli stessi valori a La Masía. Non ho mai detto di essere il migliore della storia e nemmeno mi sono fatto quell’idea“.
[the_ad id=”668943”]
NESSUN PARAGONE – “Per me essere considerato uno dei migliori della storia è più che sufficiente – ha aggiunto Messi -. È qualcosa che non avrei mai immaginato. È una cosa che non mi interessa, non cambia nulla essere considerato il migliore o meno. E non avrei mai voluto esserlo, nemmeno“. “Il confronto con Maradona? Sinceramente non mi sono mai paragonato a Diego, assolutamente mai. Non ho mai prestato attenzione a quei paragoni – ha detto l’argentino -. Alcune critiche mi hanno infastidito in passato. Ho passato un brutto periodo in Nazionale, davvero, ma non per questi motivi“.
“Ronaldo? Ho sempre voluto superare me stesso e non guardare quello che facevano gli altri. Con Cristiano abbiamo mantenuto la competizione durante lo stesso campionato per anni. È stato bellissimo e ci ha aiutato a crescere nelle nostre carriere. Ma senza guardarsi l’un l’altro – sottolinea Messi -. Volevo solo superare me stesso per essere il migliore e non migliore dell’altro“.
PROBLEMI E INIZI – Messi parla anche del suo deficit ormonale: “Ricordo che ho passato due ore a fare esami, con mia madre. Quando ho visto che avevo il problema, non mi ha scioccato particolarmente. Non so se è perché era piccolo o non sapevo cosa significava. Poi mi hanno spiegato il trattamento, che dovevo farmi delle iniezioni ogni giorno: una di notte in una gamba, il giorno dopo nell’altra. Non mi ha mai fatto male essere quello che sono ora. Ero in grado di continuare la mia vita come prima. Non ha compromesso la mia carriera, perché potevo fare tutto quello che volevo fare. Ovviamente dovevo continuare il trattamento”.
“Una volta che ho iniziato a fare il trattamento, è diventato parte della mia vita. Seguivo la cura, ma era molto costosa per la mia famiglia… Il Newell’s ci disse che ci avrebbe aiutato, ma non ci hanno dato i soldi per la cura. È stato complicato… Poi il è apparsa la possibilità di andare a Barcellona. Ricordo molto bene quando siamo partiti, ci sono stati saluti nel quartiere, è stato un momento molto duro, anche se era quello che volevo” ha raccontato ancora Messi.
RAPPORTI – “Sono diverso con le persone di cui mi fido, i miei amici, la mia famiglia – spiega poi la Pulce -. Può essere che con alcune persone al di fuori di queste relazioni io sia più timido e trovo più difficile sentirmi a mio agio o mi ci vuole più tempo. Ma con le persone provenienti da il mio ambiente sono una persona normale, di buon umore e che cerca di godersi ogni momento“.
GIOCO – “Nel gioco ho sempre avuto la libertà di muovermi dove volevo, senza rispettare molto una posizione. Tutti gli allenatori che avevo mi hanno dato questa libertà di muovermi dove volevo e dove potevo fare più danni all’avversario. Cerco sempre di muovermi per trovare gli spazi a seconda di ogni partita. Anche se parto da destra, di solito mi sposto verso l’interno. Mi sento bene così e cerco di divertirmi in campo” aggiunge Messi.
[the_ad id=”676180″]