Mauro Bellugi, ex Inter, Bologna, Napoli e Pistoiese ha raccontato a Repubblica come ha vissuto l’amputazione delle gambe dopo essere stato colpito dal coronavirus: “Avevo male dappertutto, le gambe, la schiena. Una sera, anche ai piedi e non mi era mai successo. Mi levo i calzini e vedo che sono diventati neri come la pece. Così corro all’ospedale Monzino dal mio amico Piero Montorsi, interista matto, che mi guarda e mi dice: Mauro, inutile girarci intorno, se vuoi vivere bisogna tagliare, altrimenti puoi pure morire in due ore. Avevo la cancrena fino all’inguine e un male che non si può capire“. Ha raccontato Bellugi che ha poi parlato della sua famiglia: “Se mia madre fosse stata qui, non avrei avuto il coraggio di farmi tagliare le gambe. Ma mia moglie e mia figlia sono due rocce – prosegue Bellugi che racconta anche un aneddoto – Il professore che mi ha operato, Piero Rimoldi, altro interista spaventoso, mi ha detto: Mauro, prima di tagliare ho toccato la gamba che ha fatto quel gol incredibile al Borussia, l’unico della tua carriera. E io gli ho risposto: Piero, ma se amputavi Messi che facevi? Gli toccavi la gamba seicento volte, una per gol?” Ironia a parte adesso Bellugi pensa al futuro e trova ispirazione in Zanardi: “Penso a lui ogni giorni. Lui è un triplo supereroe, io solo un uomo che si ispirerà a lui. Sono sicuro uscirà dall’ospedale guarito e rimesso”.
Mauro Bellugi: “Senza amputazione sarei morto. Zanardi mi dà coraggio”
Foto Antonio Fraioli