La parabola di Mattia Perin alla Juventus non può essere definita consueta. Una prima esperienza difficile per lui, arrivato da una super stagione al Genoa, fresco a giugno di seconda presenza con la nazionale, pronto per giocarsela alla pari con Wojciech Szczesny per il posto di primo portiere della Vecchia Signora. Invece per il portiere di Latina, anche a causa di un grave infortunio alla spalla- il quinto in cinque anni – solo 9 presenze totali, tutte in campionato nell’anno dell’ottavo scudetto consecutivo bianconero.
Troppo poco però per Perin, che a causa dell’ennesimo infortunio pesante della sua carriera pensa anche al ritiro. Invece terapeutico è il ritorno al Grifone, un anno mezzo da protagonista con una ritrovata consapevolezza, anche grazie all’aiuto di un mental coach, che lo riporta a Torino, ancora da secondo dietro a Szczesny, ma questa volta per un percorso diverso. Sempre pronto quando chiamato in causa da Allegri, proprio il tecnico della prima esperienza, una sicurezza in campo e un leader negli spogliatoi che anche a parole fa capire l’importanza di essere in una big come la Juventus, anche da gregario. 12 presenze nel 2021/22 già superate nel corso di questa stagione, dove a inizio campionato – causa infortunio di Szczesny – gioca con regolarità non sfigurando mai, anzi brillando come in occasione del rigore parato a Jovic nella sfida di Firenze.
Il meglio però doveva ancora venire: giovedì sera nell’andata dei quarti di finale di Europa League contro lo Sporting Lisbona, Szczesny si ferma all’improvviso per un malore ed è l’occasione di Perin, che dopo 50′ quasi da spettatore, in pieno recupero si prodiga in un clamoroso doppio intervento ravvicinato prima su Goncalves, poi su Bellerin, che salvano l’1-0 siglato da Gatti. Gli abbracci dei compagni a fine partita testimoniano l’importanza delle due parate che lasciano la Juve in una situazione di vantaggio in attesa della sfida di giovedì prossimo in Portogallo. Allegri ancora non sa se ci sarà Szczesny (anche se i primi controlli hanno dato tutti esito negativo come ha riferito lo stesso polacco nel post-partita) ma con un Perin così, riconosciuto come il secondo portiere migliore d’Europa, non è la porta ciò che preoccupa il tecnico livornese.