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“Speriamo non si inventino nulla ora. Sono stati provocati già abbastanza danni, adesso è il momento di ricominciare a giocare; anche perché ci sono risvolti economici importanti. Gli allenatori devono lavorare sulla psicologia dei giocatori, per riattivare in loro agonismo e capacità di focalizzarsi sull’obiettivo. Occhio anche all’aspetto atletico, perché gli esercizi fatti a casa non posso essere considerati troppo allenanti. La differenza la farà l’organizzazione del gioco: chi fa un calcio più fisico e aggressivo farà più fatica”. Queste le parole di Marcello Lippi nel corso di una lunga intervista rilasciata a Tuttosport in cui l’allenatore campione del mondo 2006 ha toccato diversi temi, primo fra tutti quello legato alla pandemia di coronavirus e alla ripresa del campionato che appare ancora incerta.
Il tecnico viareggino approva la scelta delle cinque sostituzioni, ma solo in questa fase di emergenza: “In questa situazione d’emergenza mi sembra un’ottima scelta, perché sicuramente ci saranno infortuni in più come succede durante le preparazioni. Quando si tornerà alla normalità però leverei questa regola, cinque cambi mi sembrano troppi e aumenterebbe ancora di più il gap tra grandi e piccole”.
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Lippi non risparmia poi alcune stoccate al calcio italiano dopo la serie di “rimpalli” durata settimane per capire il futuro del campionato: “Il Governo doveva avere una parte più decisa e presente, anziché fare mille balletti bisognava convocare un tavolo con Figc, Lega, giocatori, medici e commissioni tecniche; così riuniva tutti gli interessati. A costo di stare chiusi per tre ore alla fine si usciva con una soluzione definitiva e condivisa. Così invece hanno fatto incontri separati palleggiandosi protocolli perdendo tempo ad accusarsi a vicenda. Forse giocatori e allenatori avrebbero potuto fare di più, ma la responsabilità è del Governo che avrebbe dovuto gestire meglio la situazione”.
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